6 Febbraio 2016 - 22:28

Nel 2050 più plastica che pesci

Ad oggi negli oceani finiscono più di 8 milioni di plastica. Se si continua di questo passo nel 2050, nei mari, ci sarà più plastica che pesci

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Di problemi ambientali sul nostro pianeta di certo non mancano, tra l’inquinamento dell’aria a quello del suolo, non poteva mancare l’inquinamento dei mari , determinando così una situazione allarmante nel  2050. Infatti ad oggi , si è calcolato che negli oceani finiscono più di 8 milioni di plastica all’anno,  incrementando sempre più la crescita della cosiddetta ” Isola di plastica” presente nell’Oceano Pacifico.

Se non si interviene subito, questa quantità salirà a” due camion pieni ogni minuto” entro il 2030. I numeri preoccupanti, sono contenuti nello studio della Fondazione Ellen MacArthur, presentato in occasione dell’apertura del Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera.

2050 : nei mari più plastica che pesciDianna Cohen, a capo del “Plastic pollution coalition”, movimento contro l’inquinamento da plastica, ha sottolineato che il problema  più urgente riguarda l’inquinamento provocato dagli oggetti di plastica monouso, i quali non vengono riciclati a dovere. Infatti già dal 1964 a oggi, la produzione di plastica nel mondo è aumentata di ben venti volte. Nel 2050 quadruplicherà. Inoltre, il 20 % dell’intera produzione mondiale di petrolio servirà solo per la plastica. Oggi, meno del 5% della plastica viene riciclata, il 40% finisce in discarica, e un terzo direttamente negli ecosistemi naturali, quali gli oceani. Nei mari del globo, infatti, galleggiano oltre 270 mila tonnellate di plastica, ossia 5.250 mila miliardi di particelle di plastica.

I maggiori responsabili, non sono come si poteva pensare ,i paesi occidentali, ma ad immettere sempre più  plastica negli oceani, circa il 60%, proviene da cinque nazioni asiatiche: Cina, Filippine, Thailandia, Indonesia e Vietnam. I rischi per l’ecosistema mondiale, e quindi anche per l’uomo, sono enormi. Basti pensare ai minuscoli pezzi di plastica che vengono ingeriti dagli animali marini, influiscono sul loro sistema endocrino e immunitario e risalgono pian piano la catena alimentare. Gli scienziati hanno creato anche un neologismo per descrivere tale fenomeno: plastisfera, che nel 2050 sarà un vero e proprio problema.

Esiste un modo per risolvere tempestivamente il problema, oppure siamo ormai giunti ad una fase di non ritorno ? In merito a questo, gli studiosi invitano a ridurre la produzione di plastica soprattutto per gli imballaggi dei prodotti che compriamo. Per raggiungere questo obiettivo però, è necessario la massima collaborazione da parte di istituzioni, cittadini ed infine aziende. Sempre gli studiosi dell’ Imperial College di Londra,  spiegano che la pulizia degli oceani dalla plastica deve partire dalle coste e non dalle “isole di plastica“.I ricercatori britannici hanno utilizzato un modello sugli spostamenti della plastica nell’oceano per determinare quali siano le aree migliori per dispiegare “collettori” per le microplastiche: barriere galleggianti che convogliano la plastica e la rimuovono. In particolare, in un progetto di lungo termine di dieci anni, se queste barriere fossero poste lungo le coste di isole cinesi e indonesiane, rimuoverebbero il 31% delle microplastiche che stanno soffocando l’oceano.

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