3 Luglio 2023 - 15:32

Nella sua nuova serie Zerocalcare alza la posta in gioco

Zerocalcare torna su Netflix con "Questo mondo non mi renderà cattivo", in cui il fumettista mette di nuovo al centro della scena la periferia romana

zerocalcare

Dopo l’incredibile successo di “Strappare lungo i bordi” a giugno 2023 è arrivata, dopo un’anno e mezzo di attesa, la nuova serie di Zerocalcare “Questo mondo non mi renderà cattivo. Come lo stesso Michele Rech aveva più volte sottolineato non si sarebbe trattata di una seconda stagione di Strappare lungo i bordi, ma di una serie a parte dove sarebbero tornati i personaggi ricorrenti delle sue opere: Secco, Sara, Lady Cocca e, ovviamente, la sua coscienza personificata nell’Armadillo.

A tutti loro si vanno ad aggiungere delle new entry come il personaggio di Cesare, un vecchio amico di Zero, e non mancano alcune vecchie citazioni autoreferenziali come il bambino lucertola a cui Zerocalcare faceva le ripetizioni in “Strappare lungo i bordi”. A differenza di quest’ultima, però, il fumettista romano alza la posta i gioco, tant’è che molte recensioni hanno subito usato l’aggettivo “serie molto più politica della prima e divisiva”.

Fatto innegabile visto che si sta parlando di due approcci all’animazione completamente differenti: se nel 2021 Zerocalcare era un fumettista amato dalla critica e da un pubblico di nicchia che si era approcciato all’animazione con un ‘esperimento andato in onda su La7 “Rebbibie Quarantine“- racconto satirico sulla quarantena- la serie di Netflix, arrivata al primo posto nella classifica delle serie più viste in Italia raccogliendo anche ottime recensioni all’estero, lo porta a una fama mai vista prima e che comporta delle conseguenze con cui deve fare i conti.

Questa riflessione diventa uno dei temi centrali di “Questo mondo non mi renderà cattivo” a cui si intreccia la lotta nel quartiere di Roma Est per l’arrivo di un gruppo di immigrati smistati in un centro d’accoglienza e che una parte dei cittadini vorrebbe che venisse mandata altrove. Il tutto si interseca con il ritorno nel quartiere di Cesare, un vecchio amico di Zero appena uscito dalla comunità.

Questa volta, Netflix ha concesso ancora più fiducia al fumettista, aumentando il budget e il numero degli animatori a lavoro per la serie. Il risultato è una qualità dell’immagine e dell’animazione eccellente, di molto superiore a “Strappare lungo i bordi”. Una fiducia che si rispecchia anche nella storia tristemente – come hanno sottolineato diverse recensioni- più divisa per il pubblico. Parliamoci chiaro, già la vicenda raccontata nella serie precedente era un racconto crudo e sincero, ma venivano anche trattate tematiche universali in cui era facile rispecchiarsi. Era quindi interessante vedere in che direzione si sarebbe mosso Zerocalcare una volta conquistata quella fetta di pubblico che ancora non lo conosceva per i suoi fumetti. In “Questo mondo non mi renderà cattivo”, Michele Rench ritorna nella dimensione che gli è più consona e vicina: la periferia romana e le persone che la abitano.

C’è una scena abbastanza eloquente nella serie con i migranti rappresentanti come se fossero un pacco postale che viene mandato avanti e indietro, fino a quando non vengono spostati nel centro d’accoglienza situato nel quartiere di Zero. Da quel momento in poi insorgono i “nazisti” come li definisce lui – lanciando anche un’evidente critica alla normalizzazione del termine fascista-ma anche una fetta della popolazione che non esita a mostrare la propria umanità. Tuttavia, Zerocalcare dimostra che non è mai tutto bianco e nero, e che esistono le sfumature.

Ne è un esempio il personaggio di Sara, da sempre considerata dal protagonista con il faro di indicargli la giusta direzione, e che questa volta si trova a tentennare nel supportare la causa delle proteste contro lo smistamento dei migranti visto che questo potrebbe costare la chiusura della scuola per cui ha iniziato a lavorare come maestra. La tensione tra i due esplode in un toccante monologo, in cui Sara da giovane laureata piena di speranze e aspettative che non è riuscita a realizzarsi, bloccata in una situazione lavorative insoddisfacente e frustrante. “Prima ero quella che poteva fa’ tutto, poi so’ diventata quella che non stava a fa’ niente“- dice a un certo punto.

Quando Zero prova a replicare, Sara lo mette alle strette: si tratta di una situazione che lui, ormai divenuto un autore di fumetti affermato, non può più capire. E nel corso di tutti e sei gli episodi, Zerocalcare mette sempre in discussione il suo punto di punto: come può lui capire il disagio che vivono le persone intorno a lui quando ormai si trova in una condizione di privilegio? Domanda che continuerà a farsi anche e soprattutto per quanto riguarda il suo rapporto con Cesare.

All’introduzione del personaggio di Cesare, Zerocalcare specifica subito che erano almeno vent’anni che non sentiva più il suo nome. I due, inaspettatamente, erano stati grandi amici da ragazzi. L’unica spiegazione che riesce a darsi il fumettista romano consiste nel fatto che entrambi in realtà condividevano le stesse insicurezze e debolezze, solo che Cesare reggeva sulle spalle il peso di incarnare il tipico ragazzo della periferia romana: eterosessuale, un pò rozzo e coatto, e pronto a usare la violenza per risolvere la situazione.

Nel momento in cui ritorna nel luogo in cui è cresciuto, Cesare si sente un’estraneo, impossibilitato a integrarsi di nuovo. Sono passati tanti anni e lui non è diventato altro che un ricordo sbiadito nei suoi vecchi amici e compagni. E’ una colpa che si assume anche Zero. Quando viene informato del trasferimento del suo amico in comunità, si ripromette sempre di scrivergli o telefonargli. Eppure passano gli anni e Zero è andato avanti con la sua vita, mentre Cesare è diventato solo parte del suo passato e le tracce che ha lasciato si sono fatte sempre più sbiadite. Non si tratta di cattiveria, è il naturale scorrere della vita. Si rimandano, giorno dopo giorno, delle piccole azioni che a lungo andare hanno ripercussioni enormi sia su di noi che sugli altri, arrivando al punto di perdere un’amicizia.

Verso la fine di “Questo mondo non mi renderà cattivo”, Zerocalcare e Cesare diventano aperti rivali visto che quest’ultimo è parte dell’organizzazione dei nazisti coinvolta nella protesta. Solo all’ultimo, Cesare cambia prospettiva finendo in una situazione che lo porterebbe ad avere problemi con la polizia, se non fosse che Sara, Secco e Zero cancellano le prove contro di lui.

E’ questa la morale di fondo della nuova serie di Zerocalcare, esplicitata anche nel titolo: esistono sì il bene e sì il male, e spetta al singolo decidere da che parte stare. Non sempre è facile essere dalla parte giusta dalla storia, eppure ogni giorno deve essere una lotta al fine di permettere a questo mondo di renderci cattivi.