12 Gennaio 2016 - 11:56

Una notte al liceo classico

liceo classico

Il liceo classico svela la propria ricchezza (culturale!)

[ads1] Il liceo classico apre le porte in tutta Italia a chiunque sia curioso di scoprire cosa nasconde e lo fa la notte del 15 gennaio 2016. L’idea è stata partorita due anni fa da Rocco Sghembra, professore di latino e greco presso il liceo “Gulli e Pennisi” di Acireale e l’anno successivo è stato accolta da circa 150 licei a livello nazionale, tra cui anche i due licei classici della nostra citta “Socrate” e “O. Flacco”, grazie al passaparola sui social network.

Sperando che diventi una tradizione, anche quest’anno i licei hanno accolto l’iniziativa. L’idea ovviamente non è quella che si tengano lezioni oltre l’orario scolastico (ciò infatti genererebbe solo più astio degli studenti verso l’istituzione scuola!) ma che ci sia cooperazione tra chi ogni giorno vive tra quelle mura, alunni e professori fianco a fianco in conferenze e momenti creativi, con esposizione di fotografie e scritti, per avere l’opportunità di superare il rigido confine del programma scolastico, per esplorare l’antichità non solo attraverso un libro di testo.

Succede spesso, infatti, che gli studenti del liceo classico perdano il senso di quello che studiano, quella curiosità e quella passione che a soli 13 anni avevano fatto scegliere loro proprio quella strada. Questo avviene perchè non si ha una visione d’insieme della mole di saperi che si apprende giorno dopo giorno e ci si limita a considerare la paginetta dei “compiti a casa” da studiare per il giorno successivo; durante i primi anni in particolar modo, sembra che l’unico scopo dei ragazzi sia quello di prendere un voto alto o arrivare alla fine dell’anno senza debiti formativi piuttosto che arricchire il proprio bagaglio culturale. Questa è, in parte, anche una pecca dei professori, ansiosi di riempire le caselle del proprio registro.

Di certo, il mondo che circonda questi ragazzi non li aiuta a cambiare idea. “Il liceo classico è inutile” spesso si sente dire da chi non è mai entrato in contatto con questa realtà perchè non riesce a trovare il risvolto pratico che questa ostica scelta può fornire. In fondo a che potrà mai servire tradurre dal latino 12 righi di un passo di Cicerone? O studiare pagine e pagine sulla Divina Commedia o sull’ Iliade? È vero, gli studenti del liceo classico alla fine del loro percorso non sanno svolgere un mestiere concretamente ma potenzialmente sono pronti a svolgerli tutti. Il liceo classico insegna la curiosità, il domandarsi il perchè di quello che ci succede attorno, cause e conseguenze, e soprattutto, come disse l’anno scorso Luciano Canfora, filologo classico presso l’Università di Bari, durante la notte bianca al liceo “Socrate”, il liceo classico dovrebbe essere chiamato liceo “critico” in quanto ci insegna a mettere tutto in discussione.

La notte bianca del 15 gennaio dà a tutti la possibilità di scoprire cosa è realmente il liceo classico e di riassaporare il piacere della conoscenza.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.”

[Dante Alighieri, Divina commedia, Inferno, canto XXVI, vv. 118-120]

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