Il Presidente dell’Ocse Angel Gurrìa ha presentato ieri a Roma il report dell’organizzazione parigina sullo stato di salute dell’economia italiana.
La diagnosi è quantomeno impietosa: bocciate senza appello le due misure cardine del Governo giallo-verde giudicate inefficaci per la crescita: “I loro effetti si preannunciano scarsi, specie sul medio-termine”, asserisce Gurrìa “e molto dipenderà da una sostanziale riorganizzazione del sistema di formazione e di ricerca del lavoro“,
In particolare il reddito di cittadinanza così concepito, rischierebbe di incoraggiare il lavoro nero e di creare trappole di povertà. La ricetta Gurrìa auspica che si dovrebbero ridurre le prestazioni nel tempo e che il sussidio sia elargito solo agli occupati con basso reddito.
Ciò che più di tutto preoccupa l’Ocse sono i costi dell’altra misura principe del programma di Governo: il nuovo sistema pensionistico basato su quota 100. “Abrogandola”, auspica Gurrìa “si recupererebbero 40 miliardi fino al 2025”.
Il Ministro dell’Economia Tria ha tentato di rassicurare Gurrìa dicendo che si tratta di una misura temporanea, approntata per rispondere ad una fase di transizione. Ma il suo dante causa Salvini è già sulle barricate: “Quota 100 darà lavoro a più di 100 mila giovani italiani”. Gurrìa non si scuote: “Accelerare il pensionamento non significa più occupazione”.
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