31 Maggio 2019 - 13:47

Orban e Salvini: è ufficialmente finita la luna di miele

Orban, ungheria

Da una stima reciproca, si passa ad essere quasi ostili nel Parlamento UE. Orban ha bocciato ufficialmente ogni collaborazione con Matteo Salvini

Non c’è più spazio per la cooperazione. Ormai la rivalità ha preso il sopravvento, e chi prima si poteva considerare amico, ora è un vero e proprio nemico, a tutti gli effetti. Tra Viktor Orban, primo ministro dell’Ungheria e leader di Fidesz e Matteo Salvini, reduce dal boom alle Elezioni Europee, l’idillio è ufficialmente finito. Lo stesso leader del gruppo di Visegrad ha gelato il vicepremier italiano, reputando quasi impossibile una possibile collaborazione europea fra le due realtà.

Non vedo molte possibilità di collaborazione. Rispettiamo il vicepremier italiano, il Governo italiano e il risultato delle Europee, che ha reso la Lega il primo partito del Paese. Ciò nonostante, non vedo molte possibilità di cooperazione a livello di partiti o in un gruppo parlamentare condiviso.” ha dichiarato lo stesso Orban.

Il gruppo di eurodeputati leghisti eletti al Parlamento di Strasburgo con le Elezioni Europee del 26 Maggio farà parte di un gruppo sovranista con il Rassemblement National di Marine Le Pen. A questo punto, però, gli stessi non potranno contare sul sostegno del premier ungherese, che sembra intenzionato a restare, dunque, nel Partito Popolare Europeo (ma ne siamo davvero sicuri?).

Inutile dire come questa sia una brutta botta per Salvini e compagni. Infatti, l’appoggio donato dall’amico fraterno Viktor aveva contribuito anche, in un primo momento, a scardinare l’approccio europeo in vista delle Elezioni. A questo punto, però, sembra proprio che il presidente ungherese si sia ufficialmente messo sul piede di guerra, e non sembra intenzionato a cedere.

Quale futuro?

Ma la domanda è lecita: quale futuro attenderà Viktor Orban e Matteo Salvini dal punto di vista europeo? Se per il leghista la risposta è davvero semplice, e prevede un continuum, per l’altro non è più così scontata. Infatti, vista l’effettiva uscita dall’ENF, gruppo sovranista, il presidente ungherese non sa più cosa fare.

Sulla sua testa pende, infatti, la sospensione ricevuta pochi mesi fa dal Partito Popolare Europeo, che di fatti lo colloca come un “senzatetto” politico. L’approvazione, in Ungheria, di leggi anti-democratiche e illiberali ha di fatto sancito la sua dipartita. Lo stesso Gulyas, fido collaboratore di Orban, ha parlato di “scarse probabilità” di passaggio di Fidesz dal PPE ad un gruppo con la Lega.

A questo punto, sembra paradossale, ma l’unica soluzione plausibile è quella di fondare un gruppo ex-novo. Gli ideali politici, sfumatura più, sfumatura meno, sono gli stessi di quelli caratterizzanti la politica di Marine Le Pen e Matteo Salvini. Sovranismo, controllo dell’immigrazione sono solo due dei punti in comune con l’ENF. Eppure, per la prima volta, si profila una scissione importante nell’ultradestra europea.

Una divisione che sicuramente non riesce a fare gli interessi né dell’una né dell’altra parte. Da una parte, vi saranno i sovranisti “filo-ungheresi“. Dall’altra, quelli “filo-italiani“. Quasi sicuramente, questa divisione porterà a collocare i voti in maniera completamente diversa e ad indebolire notevolmente il potenziale della fazione più estrema. Dunque, si profila il primo grande problema per il leghista e i suoi compagni. Come affronteranno la “dipartita” di un attore finora fondamentale per le loro mire europee?

Un problema che finora era stato sottovalutato, ma che i leghisti e gli altri membri del gruppo dovranno per forza risolvere.