15 Settembre 2018 - 09:40

P3, ovvero l’Italia che non cambia

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P3, il vecchio nel nuovo ma con stesse modalità e stessi protagonisti. Considerazioni sulle motivazioni alla sentenza del Tribunale di Roma

La IX sezione penale del Tribunale di Roma, nelle motivazione della sentenza sul caso P3, non solo ha certificato la presenza di “attività diretta ad interferire sull’esercizio delle funzioni di apparati pubblici o soggetti assimilati” ma anche un male vecchio come il mondo nel nostro Paese.

Infatti, al netto della somiglianza con quella che fu la P2, questo caso ha evidenziato un modus operandi tutto tricolore, dedito alla guida dello Stato per vie traverse.

Il dato in questione è da inquadrare sotto due punti di vista che meglio descrivono ciò che è stata la P3 in questi anni in base alla sentenza del Tribunale di Roma.

Il primo  – e maggiormente evidente – è quello materiale, quello che non ti permette neanche di cogliere le differenze fra i periodi storici.

Questo dato è tangibile dalla presenza – e forte era anche l’influenza sull’organizzazione – di Flavio Carboni, imprenditore di origine sarda già noto alle cronache per i fatti di circa trent’anni prima sulla loggia guidata da Gelli.

L’elemento, ormai neanche più sorprendente date le vicende italiche degli ultimi quarant’anni, permette di scorgere un andamento gattopardiano del nostro Paese che tende ad imporre sempre al centro una figura che stabilisca le sorti dell’intero territorio.

A tutto ciò, di per sè sbalordititvo, si ricollega il secondo elemento riguardante la riproposizione di uno schema fortemente articolato.

Attraverso un intreccio tra pochi intimi, la P3 tendeva a riunire – come accaduto in precedenza con la P2 – l’imprenditoria (malata) e la politica (nazionale e locale) per dirigere secondo la propria visione i fatti del Paese.

La continuità con il passato e la modalità con cui è stato portato avanti questo nuovo piano di propagnda non solo fa emergere dei preoccupanti ricorsi storici ma anche un antico vizio in cui il potere logora le menti e gli altri.

 

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