L’ex segretario del Partito Democratico Matteo Renzi incomincia la sua “crociata” contro il nuovo Governo. E fa affidamento su un argomento in particolare: il populismo
Non esiste
Governo senza opposizione. Questo è uno degli assiomi principali della politica, sebbene negli ultimi anni si sia abbondantemente sovvertita questa regola (un esempio può essere il
Patto Del Nazareno). Ed ora
Matteo Renzi comincia la sua
“dura” opposizione contro
Movimento 5 Stelle e
Lega. Dopo l’assegnazione dell’incarico di Governo a
Giuseppe Conte, l’ex segretario del
Partito Democratico si scaglia contro la legislatura giallo-verde: “
Opposizione dura e rigorosa, ma civile. E rispettosa delle istituzioni, sempre. Adesso loro diventano il potere, loro diventano l’establishment, loro diventano la casta. Non hanno più alibi, non hanno più scuse, non hanno più nessuno cui dare la colpa. È finito il tempo delle urla: tocca governare. Ne saranno capaci? Auguri e in bocca al lupo a tutti noi.” “
Dopo 80 giorni ci siamo. Nel tempo necessario a fare un celebre giro del mondo letterario, l’alleanza tra Lega e Beppe Grillo ha più modestamente scritto un contratto e partorito il governo delle larghe intese populiste. Noi dobbiamo pensare a costruire un’opposizione degna di questo nome e prepararci a costruire l’alternativa se loro falliranno, quando loro falliranno.” Parole che, a dirla tutta, suonano più di
mantra che nemmeno di effettiva opposizione. La verità è che ora come ora il Partito Democratico
non può permettersi un’opposizione. I conflitti interni spaccano di fatto il partito a metà, non permettendogli nemmeno una sana e coerente opposizione. Da questo punto di vista, Renzi conta di più sull’alleato di sempre, il vero e proprio mentore:
Silvio Berlusconi. Aggrapparsi a Berlusconi per l’opposizione rappresenterebbe una sorta di ancora di salvezza per Renzi, un modo per
sviare le attenzioni della stampa dal tracollo del centrosinistra e dal percorso di rifondazione che, fortunatamente, sta già prendendo vita per opera di Martina. L’impressione, però, è che questa volta il “leone” fiorentino sia gravemente ferito, e non abbia nemmeno più la possibilità di rattopparle, le ferite. Del resto, cosa ci si poteva aspettare dopo i risultati elettorali a dir poco pessimi?