Patrick Zaki sarà scarcerato, ma non assolto. È questo il verdetto della terza udienza del processo a carico dello studente egiziano dell’Università di Bologna sotto accusa per diffusione di false informazioni tramite articoli di giornale e detenuto in carcere da 668 giorni.
La notizia è stata diffusa da alcuni avvocati al termine dell’udienza a Mansura. Lo studente potrebbe essere liberato già oggi, anche se al momento non si hanno certezze. Una legale ha però precisato che lo studente sarà prima trasferito da Mansura al carcere egiziano di Tora, dove era trattenuto precedentemente. A Zaki, secondo quanto si apprende, non è stato imposto l’obbligo di firma in vista della prossima udienza, fissata il primo febbraio.
L’udienza di stamattina è stata sospesa dopo appena 4 minuti perché l’avvocata del giovane studente, Hoda Nasrallah, ha fatto delle richieste precise:
1.Ha chiesto di avere accesso a tutte le prove, i filmati e i verbali che fanno parte dell’inchiesta a carico dello studente egiziano
2. Ha richiesto, in particolare, di poter visionare le registrazioni di telecamere di sorveglianza dell’aeroporto del Cairo, i verbali redatti da un agente della Sicurezza nazionale e da uno della polizia, oltre a copie di verbali di un processo civile. L’avvocata ha chiesto anche di poter convocare un teste.
In aula un diplomatico italiano, presente per testimoniare la vicinanza delle istituzioni italiane e dell’Ambasciata, chiede a Patrick: “Come stai?”. Zaki, di rimando, risponde: “Bene, bene, grazie”.
Zaki, da due giorni, è stato trasferito nel carcere di Mansura. A tal proposito una fonte egiziana ha confermato:
“Si sta meglio a Tora, dove almeno c’è il bagno nella cella. Qui a Mansura, dopo le quattro del pomeriggio, si può usare solo il bugliolo, il secchio usato come latrina dentro la cella”.
Amnesty International, che da sempre lotta per la scarcerazione dello studente egiziano, ha commentato così la notizia:
“Un enorme sospiro di sollievo perché finisce il tunnel di 22 mesi di carcere e speriamo che questo sia il primo passo per arrivare poi ad un provvedimento di assoluzione” ha dichiarato il portavoce Riccardo Noury. “L’idea che Patrick possa trascorrere dopo 22 mesi una notte in un luogo diverso dalla prigione ci emoziona e ci riempie di gioia. In oltre dieci piazze italiane questa sera scenderemo con uno stato d’animo diverso dal solito e più ottimista”.
In questi giorni Amnesty aveva organizzato in cinquanta piazze italiane manifestazioni di sostegno per lo studente.
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