Il Partito Democratico e Matteo Renzi continuano ad osteggiare il Governo M5S-Lega. Ma non hanno ancora imparato per bene la lezione
Per capire bene cosa rappresenti nello scenario politico attuale il
Partito Democratico, basta risalire al
4 Marzo. Un risultato ai
minimi storici, che lascia come messaggio soprattutto quello di rifondazione, di ritorno al passato, di un partito che deve tornare a sentire le voci del popolo. Ma
Matteo Renzi, questo messaggio,
non l’ha proprio captato. In un post su
Facebook, infatti, l’ex segretario del Partito Democratico ha attaccato il Governo sulla vicenda
“spread” che ha coinvolto il mercato nella giornata di ieri. “
Lo spread sale ai massimi dal 2013. Non pensate che sia una notizia tecnica perché purtroppo riguarda la nostra vita. Dai prossimi giorni i mutui per le famiglie costeranno di più, l’accesso al credito per le piccole imprese sarà più difficile e pagheremo di più gli interessi sul debito pubblico. Chi è il colpevole? Non c’è nessun complotto, non guardate Bruxelles, non è colpa dei mercati finanziari. Il responsabile ha sempre un nome, in questo caso due cognomi: Salvini e Di Maio.” ha scritto Renzi. Qui vi sono due punti fondamentali della questione opposizione. In primis, vi è un sovvertimento dei ruoli, in quanto il buon Matteo non è più segretario del partito, e non può più
garantire “diktat” a destra e a manca nell’elettorato. Ma soprattutto, vi è la continuazione della linea politica passata. Si continua a parlare di
mercati e coperture finanziarie, nonostante siano state proprio queste a
portare al tracollo il PD. Quest’aria da opposizione pro-Euro non fa altro che
allontanare il partito dai propri elettori, che non si rivedono più nella linea “pro-economica” del centrosinistra. Basta parlare d’economia, bisogna parlare di cose tangibili. Il metodo da seguire è uno solo: la gente vuole
prove concrete e comprensibili. Non fatti aleatori, come lo spread. Basta parlare del nulla.