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Il Governo torna sul tema delle pensioni. Quota 100 è stata una delle bandiere del governo Conte I, con la Lega e soprattutto Matteo Salvini a farne un baluardo come battaglia sociale contro la criticata e famosa legge Fornero. Quota 100 però adesso è un problema. Finanziata interamente in deficit, nonostante la grande popolarità tra chi ne ha usufruito, non ha prodotto i risultati economici che erano stati indicati e che ci si aspettavano. Anzi in alcuni settori come quello medico ha prodotto dei buchi nel personale.
Ecco quindi che l’esecutivo non ha nessuna intenzione di rinnovare Quota 100 e per il 2022 anno di scadenza, si studia Quota 102. L’uscita dal lavoro con somma di 64 anni di età e 38 di contributi, potrebbe prendere realmente il posto di quota 100 alla scadenza dell’attuale meccanismo.
La soluzione è sostenuta da un’ampia area di tecnici e politici del Pd, con Alberto Brambilla, esperto di welfare, ex storico leghista, a fare da promotore della soluzione. I sindacati hanno già fatto sapere di trovare troppo elevato il minimo di 38 anni di contributi, e penalizzante il ricalcolo totale dell’assegno con il metodo contributivo.
Dal ministero del Lavoro hanno precisato: “È inutile in questa fase dare numeri in libertà serve il confronto con le parti sociali sulla base dei risultati di una commissione di esperti che analizzi il quadro formulando proposte sostenibili per la finanza pubblica“.
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