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Alle conseguenze della crisi economica innescata dal Coronavirus nel nostro Paese, è legato a doppio filo il destino delle pensioni degli italiani: si stima che chi si congederà dal lavoro nei prossimi anni potrebbe vedere il proprio assegno ridotto di almeno tre punti percentuali.
Questo perchè le previsioni sul prodotto interno lordo italiano per quest’anno sono decisamente a ribasso: se il documento di economia e finanza (Def) valuta le perdite in un 8%, le stime della Commissione Europea si spingono addirittura fino al -9%.
Ma che cosa c’entra il Pil con le pensioni? Tale relazione dipende dalla riforma Dini, che stabilisce una rivalutazione dei contributi versati attraverso un tasso di capitalizzazione dato dalla crescita media del Pil nei cinque anni precedenti.
Questo significa che la ricapitalizzazione per chi andrà in pensione a partire dal 1 Gennaio 2022 (quindi influenzata dall’andamento del Pil di quest’anno) sarà praticamente inesistente.
Potrebbe andare meglio a chi si congederà dal lavoro a partire dal 1 Gennaio 2023: in quel caso la ricapitalizzazione sarà valutata tenendo conto del prodotto interno lordo maturato nel 2021, stimato sicuramente in rialzo rispetto a quello di quest’anno.
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