7 Gennaio 2020 - 11:06

Perché iniziano a proibire la pubblicità del gioco d’azzardo?

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La sponsorizzazione del gioco d’azzardo è un argomento che nel corso degli ultimi mesi è venuto alla ribalta in alcuni Paesi europei tra cui l’Italia e la Gran Bretagna

In Italia il Governo da luglio 2019 ha introdotto il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo così come anticipato dal leader dei Cinque Stelle e ora ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

A riguardo è intervenuta anche la European Gaming and Betting Association sostenendo che la mossa non avrebbe impedito alle persone di giocare d’azzardo, ma le avrebbe spinte a rivolgersi a società non regolamentate o addirittura illegali.

Su Casino Bernie è possibile trovare la lista completa di tutti gli operatori di gioco d’azzardo legali in Italia con licenza aams rilasciata dalle autorità del nostro Paese, è dunque possibile collegandosi a questo sito avere la certezza di giocare in totale sicurezza e nel pieno rispetto della legge italiana.

L’imposizione prevista dalla legge italiana comprende anche l’impossibilità da parte dei club di calcio della Seria A così come le compagini degli altri sport di mostrare i loghi dei casinò o dei bookmaker online con i quali avevano stretto accordi commerciali.

La Lega di Serie A si è opposta a questa decisione facendo presente che, vietare la pubblicità di tutte le forme di gioco d’azzardo, farebbe sì che le società di calcio italiane si troverebbe in una posizione di svantaggio rispetto alle loro omologhe degli altri Paesi europei dove non è presente questo divieto perché avrebbe meno risorse da investire e offrire ad allenatori e giocatori impoverendo così il livello delle rose a loro disposizione.

Un recente esempio di quanto l’intervento dei casinò e bookmaker online può essere fondamentale nell’ingaggio di un giocatore o di un allenatore è quello relativo al caso di Wayne Rooney che ha raggiunto l’accordo con il Derby County grazie al contratto di sponsorizzazione stretto con il casinò online 32Red che consentirà al club attualmente nella Championship inglese di offrire dalle 80 mila alle 100 mila sterline a settimana al giocatore di Liverpool che ricoprirà anche il ruolo di allenatore per tentare la difficile scalata alla Premier League. Il numero di maglia “scelto” dall’ex capitano della nazionale inglese, guarda caso, sarà proprio il 32.

Ludopatia e azzardo tra i minori

Uno dei motivi principali che portano vari Stati europei a imporre il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo è legato alla vulnerabilità dei bambini. Secondo uno studio della Gambling Commission inglese che risale al novembre 2018, due terzi dei bambini avevano visto almeno una volta pubblicità di giochi d’azzardo in televisione.

Questo dato è molto più preoccupante se si considera che, secondo lo stesso studio, i bambini già dagli 11 anni hanno problemi con l’azzardo e quasi mezzo milione di loro ammette di giocare con regolarità.

Proteggere i più piccoli dall’esposizione nei confronti della pubblicità del gioco d’azzardo non è così semplice, infatti molti minorenni indossano le maglie ufficiali delle squadre europee dove campeggiano i loghi dei bookmaker e sui siti delle squadre di calcio giovanili sono spesso presenti banner che invitano al gioco d’azzardo.

La ludopatia è una dipendenza patologica riconosciuta a livello internazionale e gli interventi per contrastare la pubblicità del gioco d’azzardo, il più delle volte, sono visti come un tentativo di prevenzione di questo fenomeno che può portare alla distruzione di intere famiglie oltre che a spese molto elevate per il sistema sanitario nazionale.

Prospettive future

La scommessa è ormai parte integrante del tifo per una squadra di calcio, si segue il proprio undici del cuore anche puntando sulla sua vittoria e sugli altri esiti proposti dai siti dei bookmaker che sono sempre più facilmente raggiungibili grazie alle loro versioni ottimizzate per smartphone e alle app gratuite disponibili per il download.

Non è ancora chiaro se l’intervento del governo italiano abbia portato ai frutti sperati o meno, nel corso dell’autunno si è comunque notato un calo delle registrazioni sui siti di gioco online e degli importi scommessi rispetto all’anno precedente. Alcuni esperti relazionano questo fatto al divieto di pubblicità, ma è da verificare se al contempo l’interesse del giocatore non si sia invece spostato verso siti illegali il cui successo non è tracciabile dalle statistiche ufficiali.