Tra 70 giorni Quota 100 verrà definitivamente accantonata. Ciò significa che chi non riuscirà a fare domanda entro dicembre, a partire dal primo gennaio potrà contare solo sui requisiti ordinari, in base alla legge Fornero: 67 anni e 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia, 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata, a qualsiasi età.
Eppure, come sottolineato dal quotidiano Repubblica, esistono dei casi limite. Uno di questi potrebbe essere un disequilibrio tra i due principali requisiti: età e contributi. Ad esempio, per un nato nel 1959, che ha iniziato a lavorare nel 1984 non potrà fare domanda perché ha 62 anni, ma soltanto 37 di contributi. Nel caso di presa di servizio nel 1983, invece, avrà due mesi e mezzo di tempo per poter usufruire di Quota 100. Un problema simile per i nati nel 1958 e 1957, che dovranno aggiungere dai 3 ai 4 anni in più di lavoro.
Con la legge di Bilancio verranno stanziati ben 5 miliardi per la previdenza. L’ipotesi post-Quota 100 prevede la possibilità di un percorso a scaglioni, prevedendo per i lavoratori appartenenti al sistema misto la possibilità di accedere tra i 63 e i 64 anni a una prestazione di importo pari alla quota contributiva maturata al momento della richiesta, per poi avere la pensione intera al raggiungimento dell’età richiesta.
A tal proposito, il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, parla di un’ipotesi “sostenibile” in termini finanziari. Al contrario, con Quota 41 – dunque lasciare il lavoro con 41 anni di contributi senza limiti di età – i costi sarebbero troppo alti, circa 4,3 miliardi nel 2022 fino a raggiungere i 9 miliardi nel 2029.
Nel 2022, la doppia quota sarà disponibile per oltre 50mila persone, per una spesa di 453 milioni, mentre nel 2023 potranno accedervi 66mila persone, per 935milioni. Diversi i calcoli per gli anni 2024 e 2025, con un impatto sulle casse dello Stato molto più rilevante: 1,1miliardi l’anno e 160mila uscite per i due anni.
Anche nel caso di una pensione in due quote, il governo Draghi pensa a requisiti ben specifici. Bisognerà così raggiungere i 63-64 anni di età; essere in possesso di almeno 20 anni di contributi; aver maturato, alla data di accesso alla prestazione, una quota contributiva di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale. L’intera prestazione spetterà fino al raggiungimento del diritto per la pensione di vecchiaia.
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