Recovery Fund: cosa stabilisce il nuovo accordo tra i Paesi europei?
Varata l’intesa tra gli Stati membri sul Recovery Fund, il piano da 750 miliardi di € per i paesi colpiti dalla pandemia. Cosa prevedono gli accordi?
È arrivata nella notte l’intesa tra i Paesi europei sul Recovery Fund. Il piano di aiuti da destinare ai paesi colpiti dalla pandemia da Coronavirus prevede un risanamento di 750 miliardi di €. Resta dunque invariato il piano Next Generation EU redatto a maggio dalla Commissione Europea. Con l’accordo di ieri sera viene però però modificata la composizione tra contributi a fondo perduto e prestiti. L’intesa prevede che i contributi a fondo perduto ammonteranno a 390 miliardi, mentre i secondi a 360.
Le principali novità dell’accordo
Il tavolo di confronto tra i Paesi che hanno definito il piano per un nuovo Recovery Fund ha ridotto i trasferimenti da destinare ai programmi. Vengono così messi al bando 77,5 miliardi rispetto ai 190 miliardi pensati dalla Commissione. Deciso anche l’azzeramento della dotazione di Eu4Health, il nuovo programma europeo per la sanità. Inoltre subiscono un drastico ridimensionamento il Just Transition Fund e il Fondo agricolo per lo sviluppo rurale. Invariato infine il volume del bilancio europeo.
Le decisioni per i Paesi frugali
Per il gruppo dei Paesi frugali viene attuata una riduzione dei contributi a fondo perduto e un incremento dei rebates, gli sconti alla contribuzione del bilancio europeo di cui già beneficiano. Alla Danimarca sono andati 322 milioni annui di rimborsi (rispetto ai 222 milioni della proposta di sabato), all’Olanda 1,921 miliardi (da 1,576 miliardi); all’Austria 565 milioni (da 287), e alla Svezia 1,069 miliardi (da 823 milioni). Invariati invece i 3,67 miliardi per la Germania.
Con la nuova intesa del vertice europeo sul Recovery Fund l’Italia potrà beneficiare di 209 miliardi, rispetto ai 172,7 del piano originale della Commissione. I piani elaborati dagli Stati membri dovranno essere approvati dal Consiglio a maggioranza qualificata, in base alle proposte presentate dalla Commissione. Sarà invece il Comitato economico e finanziario a valutare il rispetto delle tabelle di marcia e degli obiettivi fissati per l’attuazione dei piani nazionali.
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