da pixabay
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La strada è di nuovo in salita. Il Recovery Fund, in Europa, ha ancora una volta i suoi “rivali”. L’entusiasmo per la fumata bianca è durato poco. Il negoziato tra Consiglio e Parlamento Europeo sul futuro finanziamento 2021-2027 del bilancio UE, cui è strettamente collegato Next Generation EU, è uno step decisivo per l’attuazione del fondo per ripresa e resilienza, arrivata lo scorso 11 Novembre. Le cose, però, a quanto pare, sembrano essersi complicate di nuovo a causa di Polonia e Ungheria.
Le cose, però, sembrano essersi complicate di nuovo. Gli ambasciatori di Polonia e Ungheria hanno posto il veto bloccando al Consiglio anche l’accordo raggiunto sul Bilancio UE 2021-2027 lo scorso Novembre. Sebastian Fischer, portavoce della presidenza di turno tedesca, ha espresso su Twitter il suo gradimento per l’accordo.
“I due Stati membri hanno espresso la loro opposizione rispetto ad un elemento del pacchetto, (la condizionalità sullo stato di diritto, ndr) ma non sulla sostanza dell’accordo sul Bilancio.”
“Lo stato di diritto non riguarda un Paese in particolare, né riguarda l’est o l’ovest. È neutro e si applica a tutti. Se si rispetta lo Stato di diritto non c’è nulla da temere. Negare all’intera Europa i finanziamenti per la crisi nella peggiore crisi da decenni è irresponsabile.” ha dichiarato il presidente del PPE, Manfred Weber. Insomma, da quello che traspare, la sensazione è che, con il Recovery Fund, l’Europa si sia nuovamente compattata contro l’avanzata delle destre.
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