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Referendum, il fronte dei “No” scende in piazza il 12 settembre

Il fronte dei “No” al referendum organizza una manifestazione a Roma il 12 settembre, intanto Casini si schiera per il No al taglio dei parlamentari. Incerta la posizione di Berlusconi

Tra coloro che si schierano per il “No” all’imminente referendum si aggiunge anche Pier Ferdinando Casini. Intanto alla Camera in queste ore si è riunito un fronte trasversale di parlamentari e associazioni per il No. In una conferenza stampa il fronte dei no, con Gianni Cuperlo, Emma Bonino, Riccardo Magi, Gregorio De Falco e Jasmine Cristallo delle Sardine, ha annunciato che scenderà in piazza il 12 settembre. La manifestazione per il no al taglio dei parlamentari si terrà a Roma alle 17 in piazza Santi apostoli.

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Incerta la posizione di Berlusconi sul referendum. Il leader di Forza Italia ha dichiarato: “Fatto così,come lo vogliono i grillini  taglio dei parlamentari rischia di essere solo un atto di demagogico che limita la rappresentanza, riduce la libertà e la nostra democrazia”.
“Sono personalmente molto perplesso.”-continua Berlusconi-Io sto ancora riflettendo sul mio voto, fermo restando l’assoluta libertà per i nostri militanti e per i nostri eletti. Il taglio dei parlamentari è una scelta che noi avevamo già adottato fin dal 2005 con la nostra riforma costituzionale. In questo caso però è un taglio, come dire, russo. Che non si inquadra in una riforma complessiva del funzionamento delle istituzioni e che avrà come probabile effetto una riduzione degli spazi di democrazia.”

Anche Casini si schiera per il no al referendum. “Questo referendum serve solo a tagliare delle teste, alla Robespierre: io non ci sto. Vedo molti convertiti dell’ultima ora, ma io ho votato sempre No in parlamento e non cambio idea”. Zingaretti invece sembra abbracciare l’idea del si al taglio dei parlamentari e impegna il partito a votare si al fine di rilanciare un processo di riforme.

Anche Enrico Letta è per il sì. Su Twitter spiega: “Detto #votoSÌ perché da tempo penso Parlamento con 600 membri funzionerà meglio che con 945. E più parlamentari non portano di per sé più qualità/rappresentatività. Per quello ci vuole legge elettorale che elimini le stramaledette liste bloccate (che poi è il SÌ che obbliga a rifarla)“.

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Adelaide Senatore

Studentessa in Scienze Politiche appassionata di giornalismo, musica e letteratura.

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