9 Settembre 2015 - 15:33

Reporter ungherese sgambetta migranti in fuga: licenziata

migranti

Da qualche ora spopola in rete un video che ritrae una giornalista impegnata a filmare la corsa dei migranti dalla polizia avvenuta a Röszke, non lontano dal confine con la Serbia

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Petra László, questo il nome, è una dipendente dell’emittente televisiva locale N1TV, vicina al partito di estrema destra Jobbik. Nel video girato dal reporter tedesco Stephan Richter un paio di giorni fa si vede la donna che, mentre molti migranti scappano da una carica della polizia non lontano dal villaggio di Röszke, fa lo sgambetto a un uomo che corre con in braccio un bambino. Entrambi i fuggitivi cadono a terra e la video operatrice tira un calcio al bambino. In un altro, invece, viene pizzicata mentre sferra un calcio a una ragazzina.

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migranti in fuga

Appena la notizia è trapelata, il direttore dell’emittente, Kisberk Szabolcs, ha annunciato su Facebook il licenziamento della giornalista. “La N1TV considera inaccettabile l’accaduto – ha scritto – il nostro rapporto di lavoro con la video operatrice è chiuso. Da parte nostra consideriamo chiuso il caso”.

È razzismo?  È xenofobia?  È odio verso il diverso?   È patriottismo,  voglia di difendere i propri confini dall’assalto di popoli in rovina? O è semplicemente voglia di fare notizia? Probabilmente la reporter, che in quest’occasione non ha mostrato né umanità, né buon senso, avrà pensato di “arricchire” di pathos il suo filmato riprendendo la caduta dell’uomo con il bambino, affinché diventasse tutto più straziante.

Qual è il ruolo del reporter di fronte a una tragedia? Si deve soccorrere chi cade dinanzi a te o, al contrario, si deve salvaguardare l’obiettività del testimone fin quasi all’ indifferenza? Una cosa è certa: a nessuno è mai venuto in mente di infierire su una vittima, ormai in ginocchio.

Non spetta noi giudicare fino a che punto arrivi l’ambizione di alcuni giornalisti, tuttavia, sempre più spesso assistiamo inerti e inermi al macabro spettacolo della notizia a “tutti i costi”.

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