Robert Pattinson: ecco i 5 ruoli migliori dell’attore britannico
Robert Pattinson è conosciuto da tutti per il ruolo del vampiro Edward Cullen in Twilight. Ma si è dimostrato, nel tempo, un attore incredibile
Nel mondo cinematografico, inizialmente era stato accolto come il classico “bellimbusto piacione” con più presenza e charme che altro. E così, tutti gli hanno dato addosso, appiccicandogli l’etichetta di “monoespressivo“. Eppure Robert Pattinson non si è perso d’animo. Affatto. Anzi, ha saputo cogliere l’opportunità per crescere a dismisura e ritagliarsi uno spazio davvero importante nella cinematografia d’elite. Tanti sono i registi, i grandi nomi con cui l’attore inglese ha recitato. Basti citare David Cronenberg, David Michod, Werner Herzog, James Gray.
Come se non bastasse, Robert Pattinson ha fatto una scelta radicale. Ha svestito i panni del mainstream e si è buttato a capofitto nell’industria cinematografica indipendente, di nicchia, quella per gli appassionati, insomma. E gli stessi appassionati, poi, gli hanno dovuto riconoscere la bravura. Tutti coloro che avevano storto il naso per la sua interpretazione del vampiro Edward Cullen in Twilight si sono dovuti radicalmente ricredere.
Ed ecco perché ZON.it ha deciso di tributare l’attore, stilando una classifica con le sue 5 migliori interpretazioni su schermo. Una classifica interessante, che svelerà sicuramente alcune chicche per gli appassionati e contribuirà a raddrizzare radicalmente la visione su questo attore davvero interessante.
Good Time – Josh & Benny Safdie
Ed eccoci subito alla prima sorpresa. I fratelli Safdie sono ormai conosciuti in tutto il mondo grazie al loro Diamanti Grezzi, sbarcato su Netflix a Gennaio. Prima, però, nel 2017 avevano intrapreso già quella strada stilistica con Good Time, thriller con Robert Pattinson come protagonista.
Dopo una rapina organizzata da suo fratello Connie (Pattinson), qualcosa va storto e Nick (Safdie) finisce in prigione. Da qui la corsa contro il tempo di Connie per tirar fuori da dietro le sbarre il fratello ritardato, nel frattempo trasferito in ospedale a seguito di un pestaggio.
I Safdie trasformano Robert Pattinson nel loro burattino personale. L’attore inglese, di contro, regala una performance animata, corporea e soprattutto incredibilmente drammatica. Risulta magnetico il “suo” Connie, che si destreggia durante tutto il film in un Inferno sempre più duro da affrontare. Il suo sguardo è quello di un uomo distrutto, affranto, che conosce il suo destino già dalla sua prima inquadratura, ma nonostante tutto resta incredibilmente umano. Da riscoprire su Netflix.
High Life – Claire Denis
Un film davvero controverso, che in molti hanno disprezzato e che altri, invece, hanno elevato a capolavoro. In Italia non è ancora arrivato, questo High Life, ma siamo sicuri che attirerà notevolmente l’attenzione.
La storia narra di Monte (Robert Pattinson), astronauta che cresce sua figlia Willow dentro una navicella spedita anni luce oltre il sistema solare. L’uomo è solo, tutti i membri dell’equipaggio sono morti. Attraverso dei flashback, Monte rivive gli avvenimenti che hanno portato ai decessi dell’equipaggio, intervallati dalla solitaria esistenza che questo conduce insieme a sua figlia.
Pattinson dimostra di essere a suo agio con gli anti-eroi, regalando un’interpretazione davvero intensa e sentita. Grazie alla verace rappresentazione di tutte le falle dell’uomo, l’attore mantiene un pathos altissimo fino alla fine del film, imponendosi sulla scena e attirando l’attenzione completamente su di sé. E, come se non bastasse, canta anche la soundtrack del film. A tutto tondo.
The Rover – David Michôd
Ed eccoci ad un’altra prova favolosa da parte di Robert Pattinson. In questo road movie apocalittico, crudissimo e tremendamente realistico, il pessimismo cosmico dettato da Michôd è presente in ogni inquadratura, in qualsiasi silenzio, in ogni parola.
Il regista mette in scena due personaggi completamente anti-tetici. Se Guy Pearce (bravissimo anche lui) è completamente asettico, tremendamente pessimista e cinico, Robert Pattinson rappresenta l’esatto opposto. Con il suo Rey, completamente senza filtri, genuino, ritardato e ingenuo, ancora legato ad un mondo di amicizia e legami che è in realtà scomparso, l’attore dà prova di una grandissima sensibilità attoriale.
Il suo è un personaggio che è una vera mosca bianca nel mondo distopico ipotizzato dal regista. Già solo con lo sguardo, l’attore inglese suscita empatia nello spettatore e gli regala attimi di tenerezza e anche di commozione, cosa rarissima da trovare in film di questo genere. Facilmente recuperabile su Amazon Prime Video.
Cosmopolis – David Cronenberg
Un altro film molto controverso, un altro film interpretato incredibilmente da Robert Pattinson. In questa attualizzazione su schermo del romanzo di Don DeLillo, Cronenberg procede imperterrito con la sua poetica, ma sceglie di descrivere in maniera molto più esplicita la società odierna.
E il giovane miliardario Eric Packer, che viaggia per Manhattan a bordo della sua limousine incontrando vari ostacoli, è la metafora perfetta di tutto ciò che rappresenta il capitalismo. Una macchina che non si ferma davanti a nulla, che diventa cinica e che divora tutto ciò che gli si pone davanti, a prescindere dalla forma che assuma.
E qui, Robert Pattinson svolge un lavoro di finitura impressionante. Il suo essere giovane e accattivante, ma allo stesso tempo gelido, insofferente e inespressivo, gli conferisce un appeal e un magnetismo che si manifesta su schermo. Il suo volto esangue lo espone ad un processo di autodistruzione, lo fa diventare un tutt’uno con la sua limousine e ne estende metaforicamente il concetto di identità liquida.
Un film fortemente filosofico, dove Pattinson dimostra di essere interprete eccezionale.
The Lighthouse – Robert Eggers
E qui arriviamo al miglior Robert Pattinson in assoluto. L’attore, nel recente The Lighthouse di Robert Eggers, dimostra la sua perfetta maturazione nel cinema di genere e si impone definitivamente. In un film dove, essenzialmente, si trova di fronte un gigante come Willem Dafoe, il nostro non solo non sfigura, ma addirittura riesce ad eguagliarlo.
Il suo Ephraim Winslow dimostra la sua recitazione tenebrosa, oscura, resa in maniera impeccabile anche e soprattutto nei passaggi più ardui della dissociazione e dell’esplosione di un’incontenibile violenza, che cerca di reprimere. Un individuo in continuo conflitto con sé stesso, dalla psiche infinitamente tormentata e che pian piano sprofonda in un incubo senza fine. Ma, al posto di provare a tirarsene fuori, lo abbraccia. Come diceva Nietzsche, “Quando guardi a lungo in un abisso, anche l’abisso ti guarda dentro“.
E poi, basterebbe solamente la scena della masturbazione per far capire quanto Robert Pattinson si sia ormai consacrato sulla scena mondiale. Altro che Twilight.
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