Immagine da Pixabay
Un altro accaduto che acuisce, ancora una volta, la “paura” contro lo straniero. Una telefonata intercettata ha fermato un tentativo di attentato a Roma da parte di un siriano. L’uomo, parlando al telefono, avrebbe lasciato intendere di essere pronto a immolarsi per la causa. Nella notte, la Questura ha dato ordine a tutte le volanti di prestare la massima attenzione, segnalando a tutti gli agenti le tre possibili identità del siriano. Ovviamente, queste ultime non sono state rese note.
“Domani sarò in Paradiso.” Queste sono state le parole pronunciate dal giovane siriano, durante una conversazione telefonica che ha messo in allarme la Questura di Roma. Una frase che farebbe intendere che l’uomo sarebbe pronto ad un’attacco suicida nella Capitale. La comunicazione, definita urgentissima, è del 19 Luglio. Il ricercato è un “soggetto pericoloso“, che si aggira sui trent’anni.
La nota da parte della Questura è corredata di foto e nome. La persona è stata individuata anche tramite i profili collegati a lui sui social network. Tutte le volanti della Polizia hanno ricevuto le indicazioni, segnalando a tutti gli agenti le tre possibili identità del siriano. Il soggetto in questione porterebbe la barba e, nella foto diramata alle volanti, sarebbe ritratto a Berlino.
Un’altra ondata di terrorismo che, naturalmente, non fa bene all’immagine di Roma. La città, infatti, è già dilaniata da scontri interni politici e sicuramente quest’altro colpo non contribuisce a migliorare l’immagine della città.
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