Un giorno di riflessione. Anche di contemplazione, se si può dire così. Il Sabato Santo è stato definito giustamente “il giorno più lungo”. Non ci sono celebrazioni, è un giorno “aliturgico“, non ci si accosta all’Eucaristia, ma si aspetta in silenzio, per rivivere lo sgomento degli apostoli dopo la morte di Gesù.
Infatti, pur iniziando la sera, la Veglia Pasquale è considerata parte della liturgia della Pasqua di Resurrezione. È anche il giorno della “crisi” della Parola. Infatti, i Vangeli non raccontano nulla, non si sa bene con precisione cosa gli Apostoli abbiano fatto e come si siano mossi.
La riforma liturgica di Pio XII ha in qualche modo “ripristinato” il Sabato Santo come giorno del silenzio e dell’attesa. Ma è anche il giorno in cui si celebra l’Ora della Madre. Ci si concentra cioè sulla figura di Maria in cui in questo giorno si sommano il dolore per la morte del figlio e la speranza per la sua Resurrezione. Dall’Anno Mariano del 1987, infatti, questa celebrazione a Roma si svolge nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
Un giorno particolare, per tutti.
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