Settant’anni fa, la notte tra il 25 e il 26 ottobre 1954, la città di Salerno e la Costiera Amalfitana furono travolte da un’alluvione devastante. Piogge torrenziali, intensificatesi nelle ore serali, causarono frane e allagamenti che distrussero strade e abitazioni, trasformando in un inferno una delle aree più pittoresche della Campania.
A partire dal pomeriggio, una pioggia battente si abbatté senza tregua, fino a raggiungere livelli mai registrati, con oltre 500 millimetri di pioggia in 24 ore. L’acqua, gonfiata da un suolo già fragile e spesso privato della sua vegetazione, trovò nei centri abitati un facile sfogo, portando via tutto ciò che incontrava lungo il suo percorso. Salerno, Vietri sul Mare e Cava de’ Tirreni furono tra le zone più colpite.
Il bilancio della tragedia fu sconvolgente: 318 persone tra morti e dispersi, 250 feriti e oltre 5.000 sfollati. Solo a Salerno si contarono più di 100 vittime, altrettante a Vietri sul Mare e decine in altre località. Un evento che segnò profondamente non solo i sopravvissuti ma anche l’identità stessa della comunità, cambiando il volto della città e dei paesi circostanti.
A distanza di decenni, il ricordo di quell’alluvione rimane vivo e rappresenta un monito sulla fragilità del territorio e l’importanza di una gestione attenta dell’ambiente. In questa giornata commemorativa, Salerno ricorda le vittime e onora i soccorritori che intervennero in quelle ore terribili, invitando a riflettere sull’importanza della prevenzione e del rispetto per il territorio.
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