Salute mentale: il benessere che cozza con la crisi attuale
Per stare bene con noi stessi, abbiamo bisogno di preservare la nostra salute mentale. Ma come facciamo se fuori infuria una pandemia?
Affrontare una pandemia è come sempre difficile. Ci sono situazioni, come quella attuale, che noi vorremmo restassero soltanto delle ipotesi e che non si concretizzassero mai, per vivere più sereni e in armonia. Invece la vita ce li presenta come veri e propri ostacoli, non insormontabili, ma da prendere davvero con le pinze. E a soffrirne più di tutti siamo noi in primis, il nostro benessere. La pandemia sta, pian piano, intaccando la nostra salute mentale, prima ancora che quella fisica.
Da quando il Coronavirus ha cominciato a perpetuarsi nelle vite di tutti, il nostro benessere ha cominciato pian piano a svanire. Siamo sempre più concentrati ad organizzare la nostra vita in maniera cauta e accorta, stando attenti a tutti gli ostacoli che riguardano la nostra salute. Paradossalmente, però, proprio questo fattore ci sta chiudendo in una realtà cupa, fatta di depressione, ansie, timori nei confronti di un “nemico” che, tutto sommato, non conosciamo affatto e (soprattutto) nei confronti della vita stessa. Ed è forse questa la nostra più grande paura, quella di combattere un elemento che non possiamo avere sotto controllo. E la paura di non avere controllo, di non saper gestire la situazione, genera automaticamente tristezza e cupidigia.
Bisogna, però, reagire, svegliarsi e sfruttare questo periodo difficile per farne una propria crescita personale. Non bisogna temere di non riuscire ad attraversare questi tempi, non bisogna vivere con l’ansia perenne incollata alla nostra coscienza. La terza legge della dinamica ci insegna che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. E proprio questo è quello che ci si aspetta da tutta l’umanità.
Basta diffidenze
Proprio in questi tempi difficili, in cui si è impegnati a preservare la propria salute mentale e fisica, ci stiamo accorgendo sempre di più di quanto il mondo sia cambiato. Sia in meglio che in peggio. In qualche modo, l’umanità è come sempre scissa, divisa in due categorie, in un dualismo che si ripresenta in maniera costante. Da una parte c’è chi prova a rendersi disponibile con gli altri e tenta di sensibilizzare la questione, per far capire che uniti si combatte meglio e che il rispetto per gli altri sta proprio nel venirgli incontro. Dall’altra, c’è chi invece se ne preclude la possibilità, chiudendo a qualsiasi tipo di cooperazione e, di fatto, non aiutando né sé stesso né gli altri.
Questo è un vero problema da affrontare: perché siamo diventati così diffidenti? Oppure lo siamo sempre stati, nel nostro inconscio, e solo ora, in una situazione estrema, i nostri veri sentimenti vengono a galla? Una cosa è chiara, ovvero che la nostra salute mentale ha comunque la priorità. Senza quest’ultima, infatti, non possiamo assolutamente essere in grado di stabilire se sensibilizzare con la problematica oppure no. D’altra parte, però, proprio l’affrontare la questione “di polso” potrebbe aiutarci a mantenere la nostra integrità e non rischiare di chiuderci in noi stessi e minare la nostra psicologia (già precaria, in momenti come questi). La salute mentale può essere considerata la nostra vera e propria “bussola” umorale, importantissima.
Son due cose assolutamente a stretto contatto, che vanno di pari passo. Per cui, aiutando gli altri a star bene con loro stessi, automaticamente aiutiamo noi stessi. Può sembrare un concetto semplice e scontato. Ma in tempi così bui come questi, potrebbe essere il nostro vero e proprio raggio di luce, il nostro toccasana per superare i problemi emotivi e vedere la vita da un’altra prospettiva. E, di conseguenza, affrontare l’epidemia con più forza e tranquillità.
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