Screen preso da YouTube.
San Valentino è considerata, da sempre, la festa più dolce e romantica dell’anno: cioccolatini, cuoricini e coccole sono all’insegna di questo splendido giorno, fatto di promesse e di sguardi languidi. Collezionisti dei bigliettini dei “Baci Perugina”, prestate attenzione: stiamo per scoprire l’origine di questa meravigliosa ricorrenza.
La nascita della festa coincide con il tentativo della Chiesa Cattolica di “cristianizzare” il rito pagano per la fertilità.
Per gli antichi romani, Febbraio rappresentava il mese della rinascita. In particolare, a metà mese, fino al quarto secolo a.C. , iniziavano le celebrazioni dei Lupercali, al fine di allontanare i famosi e fieri animaletti dai campi coltivati.
I sacerdoti di questo ordine entravano nella sacra grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo. Nell’intimità di questo luogo venerato e rinomato, venivano compiuti i sacrifici propiziatori più disparati, tra sangue di animali e preghiere. Numerosi uomini e donne del tempo praticavano fedelmente questi riti. I loro nomi venivano inseriti in delle urne e venivano mescolati. Un bambino, casualmente, estraeva due biglietti alla volta. Cosa accadeva, a questo punto?
Le coppie prescelte nell’oscurità della grotta dovevano stare insieme per un anno e dovevano concepire, compiendo così il magico rito della fertilità. La scelta dei due “innamorati” era affascinante, mistica. Ci sembra di sentire ancora, nella pelle, l’aura di mistero che costellava queste cerimonie, ma di San Valentino nemmeno l’ombra. Come siamo arrivati, dunque, a lui?
I padri precursori della Chiesa, determinati a porre fine a questa pratica abominevole, decisero di trovare un Santo degli Innamorati, in sostituzione del crudele Lupercus. Una contrapposizione dualistica affascinante, Yin e Yang che si contrappongono, un destino che si apre e si richiude.
Nel 496, infatti, Papa Gelasio annullò la festa pagana in nome del meraviglioso e romantico culto di San Valentino.
San Valentino, nato a Interamna Nahars, l’attuale Terni, nel 176 d.C. e morto a Roma il 14 febbraio 273, era un vescovo romano che, a causa delle sue azioni, era stato martirizzato. Il santo apparteneva ad una famiglia patrizia e divenne vescovo a soli 21 anni. Durante una sua visita a Roma l’imperatore Claudio lo invitò ad abiurare la propria fede, ma lui si rifiuto fermamente e cercò, con estremo coraggio, di convertire al Cristianesimo l’imperatore stesso.
Claudio II, dopo un momento di rabbia, decise di risparmiagli la prigionia e l’esecuzione capitale che arrivarono, però, più tardi, con l’imperatore Aureliano, durante le sue persecuzioni atroci contro i Cristiani. San Valentino fu decapitato il 14 Febbraio 273, a 97 anni. Le sue spoglie vennero sepolte sulla collina di Terni e, ancora oggi, si trovano lì.
San Valentino è considerato il patrono degli innamorati perché, con i suoi occhi buoni, la sua barba bianca e la sua dolcezza, fu il primo a suggellare l’unione di una ragazza cristiana ed un legionario pagano e fu proprio per questo motivo che decisero di giustiziarlo. Celebrò il matrimonio in fretta perché la giovane e tenera sposa era malata: i due coniugi morirono insieme proprio mentre il santo li benediceva. Ad acuire la drammaticità del momento il martirio immediato del Santo, che avvenne in modo agghiacciante.
Secondo altre fonti un giorno San Valentino sentì, accanto al suo giardino, due giovani innamorati che litigavano animatamente. Il santo, allora, decise di andare e di donar loro una rosa, invitandoli a stringere simultaneamente il gambo del fiore, al fine di suggellare, per sempre, il loro amore.
I due chiesero la benedizione del Santo e, successivamente, stettero insieme per l’eternità.
Altra leggenda, invece, vuole che il santo abbia donato a una fanciulla povera una somma di denaro come dote per il suo sposalizio. Il regalo, generoso e sentito, avrebbe dato origine alla tradizione di considerare il santo vescovo Valentino come il protettore degli Innamorati.
Tre, in particolare, sono i riferimenti letterari più importanti relativi alla festa più romantica di sempre:
Forse non tutti sanno che San Valentino è anche il protettore degli epilettici. La giornata dell’amore dunque assume un significato ancora più ampio, andando oltre la canonica “immagine della coppia”. Bellissimo è il riferimento contenuto nel libro di Rachele Giacalone, “Sara e le sbiruline di Emily”, scritto con il cuore di una mamma che ricama, nella sua anima, l’epilessia della figlia di 5 anni ed arriva a sentirla battere dentro la propria persona come puro ed autentico amore, che illumina gli occhi, gli organi ed il cuore. Un principio di connessione unica, un legame che supporta ed incoraggia, che cura e che fa risorgere, superando ogni difficoltà fisica ed emotiva.
I Baci Perugina sono, da anni, il simbolo per eccellenza di San Valentino. Tondi, buonissimi e gustosi, le confezioni vengono presentate nel modo migliore possibile: dalla “linea trudi”, alla “linea orsetto” fino ad arrivare alla “linea rose” che, in qualche modo, ci ricorderà per sempre San Valentino e il suo dolcissimo esempio d’amore, tra storia e leggenda.
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