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Sanremo 2019, i Negrita lanciano “I ragazzi stanno bene”

I Negrita portano a Sanremo 2019 “I ragazzi stanno bene”, una canzone di speranza in chi ha ancora “il fuoco nelle vene”. Testo e significato

I Negrita parteciperanno al Festival di Sanremo 2019 con il brano “I ragazzi stanno bene“. La canzone in gara verrà inclusa in una raccolta omonima, in uscita l’8 febbraio, che celebrerà i 25 anni di carriera della band.

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I ragazzi stanno bene è una canzone di rifiuto nei confronti delle ingiustizie a cui ci abitua la società. Ma anche una canzone di speranza: c’è una generazione, in strada, che “ha il fuoco delle vene” e sa cosa significa la libertà: non avere più paura.

Testo

di P. Bruni – C. Petricich – E. Salvi – F. Barbacci – L. Cilembrini
P. Bruni – C. Petricich – E. Salvi – F. Barbacci – G. Ridolfo Gagliano
Ed. Universal Music Italia/Supermagico – Milano – Arezzo

Tengo il passo sul mio tempo concentrato come un pugile
Sarà il peso del mio karma o la mia fortitudine
Con in mano una chitarra e un mazzo di fiori distorti
Per far pace con il mondo dei confini e passaporti
Dei fantasmi sulle barche e di barche senza un porto
Come vuole un comandante a cui conviene il gioco sporco
Dove camminiamo tutti con la testa ormai piegata
E le dita su uno schermo che ci riempie la giornata
Ma non mi va
Di raccogliere i miei anni dalla cenere
Voglio un sogno da sognare e voglio ridere
Non mi va
Non ho tempo per brillare voglio esplodere
Ché la vita è una poesia di storie uniche
E poi trovarsi qui sempre più confusi e soli
Tanto ormai non c’è più tempo che per essere crudeli
E intanto vai, vai che andiamo dentro queste notti di stelle
Con il cuore stretto in mano e con i tagli sulla pelle
Ma i ragazzi sono in strada, i ragazzi stanno bene
Non ascoltano i consigli e hanno il fuoco nelle vene
Scaleranno le montagne e ammireranno la pianura
Che cos’è la libertà? Io credo: è non aver più paura
Di piangere stasera, di sciuparvi l’atmosfera
E di somigliare a quelli come me
Non mi va…
Di lasciarmi abbandonare, di dovermi abituare
Di dovermi accontentare
Sopra di noi la gravità
Di un cielo che non ha pietà
Pezzi di vita che non vuoi perdere
Giorni di festa e altri da lacrime
Ma ho visto l’alba e mette i brividi, i brividi…

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Luciachiara Faiella

26 anni. Laureata in Filologia Moderna. Impegnata nel progetto CyberZone in collaborazione con Amesci che informa sui fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Mi piacciono la cronaca rosa, i programmi leggeri, la musica cantautorale, le spiagge a settembre, i romanzi che non ti lasciano tregua, le serie tv che incollano allo schermo, le persone curiose, i cinema di periferia, la comunicazione sotto ogni aspetto.

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