Fabio Ridolfi è l’uomo di soli 46 anni che decide per mezzo della sedazione profonda di mettere fine alla sua vita dopo 18 anni di sofferenze. Originario di Fermignano in provincia di Pesaro, Fabio ha dichiarato grazie al puntatore oculare che la sua malattia gli sta provocando una malattia ormai riconosciuta come insopportabile, ma che lo Stato purtroppo continua ad ignorarlo e pertanto ha dovuto scegliere la strada della sedazione profonda, che metterà si fine alle sofferenze, ma prolungherà l’agonia delle persone che gli sono vicine.
La notizia arriva tramite un comunicato dell’associazione Luca Coscioni, che afferma il ritardo, di circa 40 giorni, con cui il Comitato Etico ha risposto alla richiesta di Fabio Ridolfi, approvando si l’aiuto medico per favorire la morte volontaria, ma non ha mai indicato il parere sul farmaco e le modalità di somministrazione.
L’avvocato del giovane marchigiano ha dichiarato che Fabio avrebbe potuto procedere anche penalmente nei confronti dell’Asur per inadempimento nei confronti dei responsabili per omissione di atti di ufficio. L’avvocato inoltre ribadisce che nonostante il diritto al suicidio assistito, sancito dalla sentenza 242 della corte costituzionale (Cappato/Dj Fabio), lo stato continui ad ignorare le sofferenze dei pazienti mentre continua ad essere evidente il silenzio assoluto della politica nazionale, impegnata nell’insabbiamento al Senato del testo di legge sull’aiuto al suicidio, ed inoltre la decisione della Corte costituzio-nale che ha impedito al popolo di esprimersi sul referendum.
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