La guerra in Siria sta diventando sempre di più una crisi umanitaria. Milioni gli sfollati che non sanno dove andare, ammassati in una stretta linea di terra di nessuno. Feroce e inumano quello che sa succedendo a pochi passi dal nostro paese. Difficile trovare la soluzione in questa matassa per risolvere questo decennale problema.
L’incontro tra i due presidenti Erdogan e Putin, rispettivamente della Turchia e della Russia, sembra trovare un accordo per risolvere al più presto il conflitto. Difficile credere, che ancora una volta, questo accordo aiuterà i poveri migranti e non gli interessi nazionali.
L’intesa prevede la creazione di un corridoio di sicurezza ampio 12 chilometri lungo l’autostrada M4, che sarà controllato congiuntamente da pattuglie russe e turche, a partire dal 15 marzo. Ci sarà poi una zona cuscinetto ampia sei chilometri per separare i militari turchi da quelli siriani. L’incontro al Cremlino fra Putin ed Erdogan è durato sei ore. Mosca e Ankara hanno reiterato che non vi è una soluzione militare alla crisi in Siria e che la sovranità e integrità territoriale del Paese “va rispettata”.
“Entrambi crediamo che si debba mantenere l’integrità territoriale della Siria e che si debbano combattere i terroristi: spero che questi accordi contribuiscano a costruire una base per fermare l’escalation in Siria e fermare la crisi umanitaria”, ha detto il presidente russo. Secondo Erdogan “le forze del regime siriano hanno violato gli accordi, e gli abitanti di Idlib sono scappati. Assad vuole spazzare via i civili in quella regione e noi non staremo a guardare.”
L’Onu ha fatto sapere che è salito a un milione di sfollati il numero di civili siriani, per lo più donne e bambini, costretti alla fuga nel nord-ovest della Siria. L’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento umanitario (Ocha) afferma che rispetto al precedente conteggio di fine marzo, il numero di sfollati dal 1 dicembre a oggi è salito a un milione di persone. Di questi, l’80% sono donne e bambini. I minori sono il 60% per cento.
Si tratta di persone ammassate in una zona stretta tra la linea dell’avanzata governativa a Idlib e Aleppo e la frontiera turca. La Turchia ha da anni sigillato il proprio confine e non fa passare profughi siriani nel proprio paese, dove dal 2011 sono giunti più di tre milioni di civili siriani. In tutta l’area di Idlib e Aleppo sotto controllo turco vivono 4 milioni di persone. Di queste quasi tre milioni (2 milioni e ottocentomila) hanno bisogno di urgente assistenza umanitaria.
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