Ieri la Spagna è stata nuovamente chiamata al voto, si tratta della quarta consultazione in quattro anni, ma anche questa nuova prova delle urne si è rivelata un buco nell’acqua poichè nessuno dei partiti in lizza è riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta dei seggi per formare il nuovo Governo.
A sinistra il Psoe di Sanchez rivendica comunque la vittoria (120 seggi su 176) e si propone come traino di un Governo progressista e liberare, una grande coalizione aperta a tutti i partiti “esclusi quelli che predicano odio”.
La novità assoluta è invece rappresentata da Màs Pais, il partito di Inigo Errejòn nato dalla scissione dal partito di Pablo Iglesias.
Se la sinistra tiene botta, ma mantenendosi comunque ancora lontana dalla maggioranza assoluta, il vero terremoto lo fa registrare la destra, tra le cui fila l’unica eccezione è rappresentata dai populisti di Vox che volano letteralmente a 52 seggi.
Buon risultato anche per il Partito Popolare di Pablo Casado che, pur nella legittima soddisfazione per gli 88 seggi ottenuti, prende atto della situazione di stallo in cui si trova la Spagna e fa un appello al senso di responsabilità di Sanchez:
“Ora la palla è nella sua metà campo. Deve decidere cosa fare perchè il Paese non può più aspettare”.
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