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La notizia è di poche ore. Dopo le elezioni di Novembre che non hanno consegnato un governo alla Spagna, oggi sembrerebbe arrivare una coalizione. Il governo lo guiderà Pedro Sanchez e sarà formato dall’alleanza fra i suoi socialisti e la sinistra antisistema di Podemos di Pablo Iglesias, più i nazionalisti baschi del Pnv. La Spagna arriva così all’epilogo di una ulteriore crisi di stato. Le elezioni del 2019 sono le quarte in solo quattro anni, confermando come il Paese stia passando un profondo momento di crisi.
L’alleanza consentirà a Sanchez di avere la maggioranza al voto di fiducia previsto per il il 7 gennaio. Ma avrà un prezzo politico: il riconoscimento del “conflitto catalano” come “politico”, e non più solo come crimine istituzionale. Conflitto che andrà quindi risolto con un “tavolo negoziale bilaterale”, che non preveda “veti” su alcuna proposta. La notizia è stata riportata da Ansa.
Quindi, si presume, neanche un’eventuale riproposta del “referendum sull’autodeterminazione” della Catalogna. I repubblicani catalani chiedono che il tavolo abbia come condizioni che il negoziato sia fra ‘governi’, non abbia preclusioni o argomenti tabù e abbia invece un calendario di lavori. Concessioni non da poco strappate ai socialisti di Sanchez, che nella campagna per le elezioni politiche di novembre avevano ostentato intransigenza nei confronti dell’indipendentismo catalano.
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