22 Dicembre 2015 - 22:44

Spagna: tra PP al governo e la nuova era “Podemos”

Spagna

Il premier Rajoy é risoluto a prendere le redini del nuovo governo in Spagna, ma Podemos e Psoe rifiutano un’alleanza

[ads1] Le ultime elezioni politiche in Spagna hanno determinato la fine del bipolarismo, un sistema che sembrava privilegiare i partiti delle caste, oramai ostacolati da un’ondata di malcontento popolare e costretti a cercare un’alleanza fra un novero di forze politiche ostili o poco propense a una collaborazione. Quasi per opera di autoconvincimento, Rajoy, premier del Partito Popolare, ha affermato che la vittoria del proprio partito è espressione di volontà democratica, la quale dovrà essere soddisfatta nella creazione di un governo stabile, capace di dialogare con i cittadini e gli “interlocutori esteri”, ovvero l’Unione Europea e relativi organismi. Inoltre, il PP convocherà a breve un nuovo congresso nel quale, dichiara Rajoy, riproporrà la propria candidatura a premier.

Forte del risultato conseguito (20%), Pablo Iglesias, leader di Podemos, annuncia che è giunta l’ora di un grande compromesso storico, nel quale saranno gli statisti a dover contare, non i banchieri. “È necessaria una fase di transizione che conduca il popolo spagnolo fuori dal baratro dell’instabilità”, afferma Iglesias. Tuttavia, a essere instabile è la stessa politica, la quale si configura come espressione di un conflitto sociale tra gli interessi delle élites finanziarie e ciò che rimane del welfare cittadino e dei diritti sociali. Podemos critica aspramente il Partito Socialista Spagnolo per l’appoggio che quest’ultimo fornirebbe indirettamente alle pretese di governo del “popolare” Rajoy, dunque rinunciando a sancire un’alleanza col popolo che dovrebbe rappresentare. Il Psoe, infatti, è considerato uno dei due partiti della “casta”, che ancora governa il Paese. Non è tuttavia trascurabile il fatto che il partito abbia perso, rispetto al 2008, circa 6 milioni di elettori, risultando fortemente indebolito nei consensi e nella credibilità.

SpagnaIglesias auspica nuove elezioni anticipate, dal momento che esse potrebbero fruttare, al movimento, un risultato considerevole. Il programma di Podemos presenta, in effetti, dei caratteri gustosamente popolari, giacché si configura come una ristrutturazione progressista del potere, dunque in contrasto con la restaurazione dei governi filo-Bruxelles.

L’obiettivo principale di questa organizzazione politica è l’elaborazione di una nuova Costituzione, la quale dovrebbe soddisfare i seguenti cinque punti: legge elettorale proporzionale, diritti sociali “blindati”, garanzia del “diritto di decidere” (incluso il referendum sull’indipendenza della Catalogna), l’indipendenza del potere giuridico e la fine della complicità tra politica popolare e mondo delle imprese. Si tratta, senza dubbio, di una piattaforma programmatica che “fa sognare”, ma che non sarà facile realizzare.

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