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Sarà una giornata di attesa per il verdetto di Standard&Poor’s, la prima delle tre agenzie di rating statunitensi a valutare, dopo la crisi del Covid 19, lo stato di salute del debito italiano e il relativo rating del Paese. Per le altre due agenzie – Moody’s e Fitch – si dovrà aspettare a maggio per la prima e a fine luglio per la seconda.
In molti si aspettano una bocciatura da parte dell’agenzia statunitense mentre per altri – vista l’eccezionalità del momento storico – ipotizzano una proroga del verdetto. Intanto la BCE si è già allertata e ha preparato un “paracadute” per salvare l’Italia e in buona sostanza la stabilità dell’Eurozona in caso di bocciatura dalla Standard&Poor’s. Due giorni fa ha infatti reso noto che accetterà in garanzia i titoli considerati spazzatura, tutti i titoli, cambiando radicalmente impostazione alla propria politica. Questo perché se avverrà il declassamento a spazzatura della terza più grande economia europea, cioè quella tricolore, si avrebbero delle ripercussioni sull’intero blocco dell’Euro.
La pagella utilizzata da S&P va dalla tripla A – massimo livello di affidabilità – fino ad attivare al grado D che corrisponde al possibile default. In generale, sono definiti di investment grade, abbastanza sicuri, tutti i rating fino alla tripla B.
Dunque se un investimento è sicuro risulterà più che accettabile da parte dei grandi fondi internazionali e delle banche centrali. Mentre quelli con un grado speculativo più incerto risultano più rischiosi. Per essere accettato sui mercati richiede uno sforzo del Paese o del debitore che emette i titoli. Ovvero i rendimenti, i tassi d’interesse, devono essere più alti e attrattivi.
In questa scala di valori l’Italia si trova appena due gradini sopra il livello spazzatura – il suo rating è BBB – e potrebbe finire o in BBB – o addirittura in zona “spazzatura” (a partire dal grado BB).
Le ragioni risiedono nei numeri della crisi. Il nuovo DEF – il documento con le previsioni economiche che il Governo ha varato – stima un PIL in caduta dell’8% ed uno scostamento di bilancio di circa 55 miliardi, che farà schizzare il deficit al 10,4% ed il debito pubblico al 155,7% dal 134,8%.
Tutto questo, è noto, per l’effetto pandemia e per le ingenti spese che l’Italia si prepara ad affrontare per sostenere aziende e famiglie.
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