La strage D’Amelio così detta perché si consumò nell’omonima strada. In via Mariano D’Amelio, a Palermo, 90 chili di esplosivo collocato in una Fiat 126 posta proprio sotto casa della madre e sorella di Paolo Borsellino, portò alla sua morte e a quella di 5 elementi della sua scorta.
Era il 19 luglio del 1992, l’unico agente della scorta sopravvissuto era rimasto alla guida e faceva manovra per parcheggiare. Paolo Borsellino e gli altri agenti erano già scesi dalle proprie auto. D’improvviso l’inferno, una immensa deflagazione provocata da un ingente quantitativo di esplosivo portò alla morte il magistrato e gli agenti.
Nell’attentato mosso da Cosa Nostra persero la vita Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Unico sopravvissuto fu l’agente Antonino Vullo che al momento della strage stava parcheggiando l’auto che era alla testa del corteo in atto quel giorno.
Sono trascorsi ben 27 anni da una delle pagine più nere per la giustizia italiana che ha perso un magistrato che per la lotta contro le mafie ha dato la sua stessa vita e per le famiglie dei membri della scorta che hanno perso uomini e donne valorosi ed onesti.
A commemorazione delle vittime e per tenere alto il ricordo della feroce strage d’Amelio, il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumesi, questa mattina ha raggiunto il sito dell’attentato per deporre una corona di fiori.
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