foto da pixabay
Le autorità russe hanno segnalato di aver ritrovato almeno 2.500 foche morte sulle coste del Mar Caspio, nel Daghestan. Secondo quanto riportato dal ministero dell’Ecologia di questa repubblica russa nel Caucaso, i corpi senza vita di questi esemplari sono stati rinvenuti lungo decine di chilometri di costa. Al momento si stanno svolgendo analisi di laboratorio per capire le ragioni che hanno portato alla morte delle foche.
Secondo l’Agenzia russa di sorveglianza ecologica la causa principale potrebbe essere l’asfissia per un rilascio improvviso di gas sul fondo del mare.
Zaur Gapizov, capo del Centro per la protezione ambientale del Mar Caspio, ha spiegato che le foche potrebbero essere morte già da diverse settimane. Inoltre Gapizov ha aggiunto che il numero di mammiferi deceduti potrebbe essere più alto.
La foca del Mar Caspio è considerata fin dal 2008 una specie in via di estinzione dall’Unione internazionale per la conservazione della natura. La popolazione di questa specie è diminuita di circa il 90% durante il secolo scorso, in gran parte a causa dell’inquinamento dovuto all’estrazione e alla raffinazione del petrolio. Le foche, infatti, sono spesso vittime di fuoriuscite di petrolio, ma anche di bracconaggio, pesca eccessiva e dell’abbassamento del livello delle acque. Attualmente il Centro per la protezione ambientale del Caspio stima il loro numero in circa 70.000.
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