Sun trekking a Praiano verso il tramonto degli Dei

Dalle casette di Praiano fino al convento di san Domenico, ripercorriamo anche oggi la magia dei luoghi di una costiera che ci appartiene. Ci aspetta una cena a base di cioccolata calda e un appuntamento con il tramonto sopra il mare di Amalfi

Ogni anno, tra le antiche tradizioni del ricco patrimonio culturale della nostra costiera, se ne rinnova una, a Praiano, che sancisce la devozione del popolo praianese per la figura di San Domenico. Un rito antico e unico che si trasforma ogni anno in un evento quasi incantato, che coinvolge gli autoctoni e incanta i curiosi. Un rito, che permea di spiritualità questo angolo della costiera sotto il cielo d’estate.

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L’evento avviene proprio nel posto che ci aspetta alla fine di questa escursione, nel piazzale della chiesa di Santa Maria a Castro con annesso convento di San Domenico, un luogo che nei primi giorni di agosto si veste di luci e si carica di magia.

Migliaia di candele adorneranno in quei giorni la piazza e tutte le cupole delle abitazioni, occupando terrazze, porte e finestre e poi giardini, vicoli e le strade del paese in festa. Durante la notte, secondo la vecchia credenza, passerà San Domenico e preserverà dal diavolo ogni famiglia che abbia lasciato il segno di fuoco fuori dalla propria casa.

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Domenico fu il fondatore dei Domenicani, monaci missionari e predicatori, che diedero vita al convento nel XV secolo e da allora le genti della costiera ancora lo ricordano e lo festeggiano a Praiano con fuoco e canti. L’elemento del fuoco rimanda alla fiaccola che la mamma del santo sognò “in bocca a un cane che incendiava il mondo”, prima di partorire: era la parola che il nascituro avrebbe portato ovunque.

Oggi, al nostro arrivo, ancora niente luminarie, ma in compenso il profumo di una cioccolata calda e le luci del tramonto.

Antico borgo di pescatori adagiato sulla dorsale che dal monte S. Angelo scende a tre pizzi, verso il Capo Sottile, Praiano, da cui inizia la nostra passeggiata in un giro ad anello, è una segreta insenatura della costiera tra Amalfi e Positano, la cui bellezza si svela tra calette salate e rivoli di scale che ci accolgono.

Saliamo, tra ulivi, limoni e gli ultimi bouganville color malva, verso i nostri leggeri 450 m di dislivello, attraversando la vallata che dalla chiesa di S. Maria di Costantinopoli ci porterà a scoprire le grotte di Santa Barbara.

Cavità naturale poco lontano dal centro abitato, questa grotta color biscotto mimetizza nel proprio ventre numerose cavità collegate a essa attraverso percorsi nascosti.

Intorno al XVII sec. vi fu costruita all’interno una piccola chiesa, oggi crollata quasi del tutto, in cui è ancora visibile la decorazione pittorica di una Madonna con bambino tra due monaci, mentre prima dell’anno mille fu rifugio dei monaci basiliani che viaggiavano attraverso i monti della costiera.

Non dimentichiamo che la Costa d’Amalfi accolse per lungo tempo i monaci che giungevano direttamente dall’Oriente, in fuga dalle persecuzioni e abituati a una vita ascetica ed eremitica: mancando monasteri di rito greco, questi monaci scelsero di abitare le numerose caverne offerte dalla morfologia dei luoghi, operando spesso delle modifiche a essi e lasciando così, pietra su pietra, la propria traccia umana sulla natura e nella storia.

Arriviamo a Bomerano per la pausa pranzo, attraverso una strada dove si dice abbiano passeggiato anche Wagner e sua moglie e, sui loro passi, ridiscendiamo verso colle Serra diretti al convento di San Domenico.

Camminando tra le chiacchiere e le lodi, siamo arrivati a 570 slm, dove intravediamo una croce che ci accoglie sul colle e laggiù, molto distante dai nostri piedi, scorgiamo le ultime propaggini della catena dei Lattari, che da sempre ingannano lo sguardo fingendo di finire sui Faraglioni.

Proseguiamo verso Nocelle e tra rami di ulivi e scale di roccia, un arco naturale, improvviso, sulla sinistra, c’invita a oltrepassarlo: è il convento di San Domenico, finalmente, adiacente alla chiesa di Santa Maria a Castro, con il suo terrazzo che domina sul vallone Fontanella. È uno squarcio artistico sul tramonto di Amalfi.

La semplicità della piccola chiesa, con la sua facciata di calce bianca, è avvolta dalla magnificenza del panorama che le si profila attorno, ricco dei colori dei Lattari e delle forme sinuose della costa sul mare, dandosi ai nostri occhi come un contrasto che è uno scenario di incontro tra umano e divino.

È quasi l’ora del crepuscolo per noi e il sole si nasconde fino a scomparire, come se non dovesse esserci più. Ma è una stella bugiarda e ingannatrice, perché domani ci sarà di nuovo, con tutta la sua forza del mattino, e sarà pronta a improvvisare nuove forme nell’arco di un giorno sempre in movimento.

La visione di questo tramonto diviene l’immagine di un quadro menzoniero, laddove “l’arte è la menzogna che ci permette di conoscere la verità”, per dirla con le parole di Picasso.

Ammirare la natura per noi è come osservare un’opera d’arte. In entrambi i casi si vive un’esperienza emotiva attraverso la materia tangibile: l’una è la materia su cui lavora l’artista, l’altra quella visibile della natura, che forse cela una verità. Questo tramonto si fa allora opera d’arte nel momento in cui ci muove emozioni.

Emozionati, ci lasciamo contagiare dalla luce che cala e proviamo un senso di nobile fierezza per essere qui di fronte. Siamo i privilegiati dell’ultima ora.

Testimoni del tramonto sul mare amalfitano che gioca con il tempo e produce continuamente forme e colori nuovi, con un bicchiere caldo tra le mani e senza dire una parola, in questo momento quasi ci commuoviamo: è il nostro modo di sentire la natura.

Siamo tutti in fila sul muretto, tra il fumo dalla tazza e il profumo della cioccolata. San Domenico è alle nostre spalle e il mare calmo d’inverno davanti alle nostre facce, felici e infreddolite. Le emozioni che proviamo, di fronte a uno scorcio di natura che si fa “paesaggio”, sono una sorta di accordatura tra noi e il tutto.

Il rosso del tramonto di questo pomeriggio diventa così una tonalità spirituale, che tinge di magia la fine di un altro grande giorno insieme.

“La costiera amalfitana non è solo un luogo, ma uno stato d’animo che ti si tatua nella memoria.”
(Fabrizio Caramagna)

Redazione ZON

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