27 Agosto 2021 - 16:01

Talebani, Isis-K e Al Quaeda: l’estremismo ha volti diversi

Talebani

Dagli studenti coranici del Mullah Omar ai famigerati combattenti del Khorasan fino ai seguaci di Bin Laden: le organizzazioni islamiste non sono tutte uguali

Quando si parla dei Talebani o di altre organizzazioni islamiste mediorientali c’è sempre poca chiarezza e molta confusione. Profonda è l’incapacità occidentale di comprendere dinamiche e contesti che drammaticamente vediamo trasposti nei telegiornali come immagini di un mondo che non ci appartiene. Allo stesso modo anche esponenti politici di rilievo come Matteo Salvini mettono in mostra totale ignoranza e incomprensione. Il Leader della Lega ha infatti ieri condiviso un post sull’attentato all’aeroporto di Kabul. “C’è gente di PD e 5Stelle che vuole dialogare con questa gente, roba da matti”, riferendosi ai Talebani senza sapere che che l’Isis-K ha progettato e attuato l’attacco. Proprio per evitare di cadere in queste forme di abietta disinformazione è necessario fare delle distinzioni, perché i gruppi di estremisti non sono tutti uguali. Quali sono allora le differenze tra Talebani, Isis-K e Al Quaeda?

I Talebani

I Talebani sono il gruppo più numeroso e nettamente più potente sia militarmente che economicamente sul territorio Afghano. Ed è anche quello che si distingue maggiormente dagli altri due. Se come al-Qaeda e Isis hanno come obiettivo la creazione di un Emirato Islamico, sono molte le differenze rispetto agli altri due movimenti. I Talebani nascono come molti altri gruppi di potere formati da ex mujaheddin che hanno combattuto, sostenuti dagli Usa, la guerra contro l’invasione sovietica dal 1979 al 1989. Parte di questi miliziani, guidati dal mullah Omar, si sono uniti per combattere la guerra interna al Paese, vinta nel 1996, quando hanno governato de facto l’Afghanistan, fino al 2001. Da quel momento il gruppo, oltre a continuare a caratterizzarsi per l’accentuata matrice islamista, è tornato a essere forza di resistenza. A quel punto mettendo al primo posto dei propri piani la cacciata delle forze militari straniere e del governo filo-occidentale di Kabul.

La caduta di Kabul e il ritorno al potere

I Talebani sono tornati a far parlare di sé a livello internazionale con la definitiva presa dell’Afghanistan. Il tutto dopo una lenta ma graduale riconquista del territorio che va avanti da venti anni, tra scontri con i soldati governativi e occidentali, attacchi bomba e imposizione della Sharia nelle aree sotto il loro controllo. La strada intrapresa per arrivare ai propri obiettivi distingue il questo gruppo dagli altri per un motivo fondamentale: è l’unico che non ha aspirazioni globaliste.

L’ISIS-K

Fin dalla sua comparsa in Afghanistan, provincia del Khorasan delle Bandiere Nere ha rappresentato un rivale per i Talebani. A un certo punto, il successo ottenuto in Siria e Iraq ha fatto pensare che gli uomini dell’allora Califfo Abu Bakr al-Baghdadi potessero anche ricoprire un ruolo di primo piano nel Paese, registrando anche molti arrivi dalle fila dei Taliban e della stessa al-Qaeda, soprattutto di elementi più radicalizzati e votati al jihad globale. Con la caduta del Califfato, l’Afghanistan era sembrato il Paese da cui il gruppo sarebbe potuto ripartire. Alla fine però l’entusiasmo iniziale è continuato a scemare con la perdita di forza dell’Isis. Oggi il gruppo conta solo poche centinaia di membri, secondo i rapporti delle principali organizzazioni internazionali, ma riesce comunque a farsi notare per la recrudescenza degli attacchi terroristici, soprattutto perché sferrati spesso contro cittadini innocenti o minoranze etniche. Il gruppo è quindi spesso in forte contrasto con gli obiettivi e le azioni dei Talebani. La conquista del potere da parte di questi ultimi non è vista di buon occhio e rappresenta un rischio per la loro influenza nel territorio.

Al Quaida

Infine c’è al-Qaeda. In questo caso, le differenze con i Taliban sono meno nette rispetto a quelle tra gli Studenti coranici e le Bandiere Nere. I due gruppi, anche a livello locale, non sono mai arrivati a una fusione, ma non sono rari i casi di collaborazione negli anni, soprattutto in operazioni che prevedevano attacchi contro le truppe occidentali. In particolar modo tra le frange più estremiste vicine ai Taliban, come la famigerata Rete Haqqani.

Il rapporto con i Talebani

Durante i colloqui di Doha, il gruppo fondato dal mullah Omar ha più volte garantito che impedirà a tutte le organizzazioni, compresa al-Qaeda, di fare dell’Afghanistan la propria base operativa anche se il passato racconta una storia diversa. Ciò che rimane diverso sono gli obiettivi e il modus operandi. I Talebani non portano avanti attacchi mirati contro i civili e combattono per il controllo del Paese. Al-Qaeda colpisce invece anche la popolazione e punta all’esportazione della jihad a livello globale.