Musica

Tananai: “Questo tour è nato grazie a tutti voi”

Quando le luci si sono abbassate, e la voce di Tananai ha scaldato il PalaSele di Eboli, un boato ha avvolto il palazzetto: è stato chiaro che non sarebbe stata una semplice serata di musica.

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Il palcoscenico si è trasformato in una strada con segnaletica, semafori e una panchina che sembrava invitare a rallentare, proprio come Tananai che lo scorso anno si è preso una pausa dopo lo straordinario successo del tour estivo. Tananai l’ha detto, e ieri l’ha dimostrato: “Voglio tornare con una musica che abbia senso di esistere”, infatti “CALMOCOBRA” non è solo un album, ma un invito a ritrovare calma e autenticità, un viaggio nell’anima di un artista che non teme di mostrare le sue fragilità.

Foto di Angelo Tortorella

Tananai ha ringraziato il pubblico campano: Questo tour è nato grazie a tutti voi. Annunciare un tour senza avere un album era un atto di fiducia, e voi l’avete ripagato riempiendo i palazzetti“. Ed è stato proprio così. Le tracce di “CALMOCOBRA“, pubblicate lo scorso 18 ottobre, erano sulle labbra di tutti. Ogni parola è stata cantata a squarciagola da un pubblico che ha fatto sentire il proprio affetto e la propria energia per oltre un’ora e mezza di show.

Un viaggio musicale tra caos e calma

Il live si è aperto con “Fango e “Booster“, brani che hanno subito scaldato l’atmosfera, trasformando la platea in un mare di luci e voci. Ma è stata la panchina sul palco a rubare la scena nei momenti più intimi, come durante “Radiohead” e “Campo Minato“. Tananai si è seduto lì, quasi a voler condividere con il pubblico un frammento della sua vita, un ricordo della sua infanzia, quando la musica iniziava a germogliare nei parchi della sua Milano.

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Foto di Alfonso Maria Salsano

In “CALMOCOBRA“, Tananai esplora la vulnerabilità, la bellezza nascosta nella semplicità e la forza che nasce dalle difficoltà. Ieri sera ha fatto di più: ha trasformato questi temi in un’esperienza collettiva. Il palco, con i suoi dettagli urbani, non era solo uno sfondo, ma una metafora visiva della sua crescita personale e artistica. La strada, con le sue regole e i suoi momenti di sosta, è diventata un simbolo della ricerca di equilibrio in un mondo sempre più frenetico.

Lucia Romaniello

Intuitiva, tenace, energica e sincera. Ho conseguito la laurea in "Discipline delle Arti Visive, della Musica e dello Spettacolo" presso l'Università degli Studi di Salerno e sono una giornalista pubblicista. Amo profondamente la musica perché, come direbbe un grande Maestro, ci insegna la cosa più importante: ascoltare.

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