Che Temptation Island non sia un programma ad alto contenuto culturale è risaputo; ma che in prima serata potesse rendere così tangibile frasi violente non era lontanamente pensabile. Eppure è quello che è successo ieri in prima serata su Canale 5. Il programma seguito da più di 3 milioni di spettatori non ha deciso di condannare, spiegare o quantomeno penalizzare, il concorrente Davide Varriale che in poco più di 5 minuti ha riversato nelle case degli italiani tutto ciò che da anni si cerca di combattere: una mentalità maschilista e autoritaria. Sì, perché la violenza è anche verbale. E come tale bisogna combatterla e sviscerarla dalle mentalità degli uomini ma anche delle donne che subiscono questi comportamenti. È impensabile che nel 2020 ancora si possa accettare e giustificare un simile comportamento etichettandolo sotto il cappello di gelosia.
Ma entriamo nel dettaglio delle frasi pronunciate a Temptation Island che hanno sollevato forti critiche e malesseri in tantissimi utenti e spettatori.
“Fortunatamente ho il controllo della sua mente, gli tiro quello che voglio dalla bocca. L’ho fatta cancellare dai social, niente palestra e niente amiche”, ha raccontato Davide Varriale a una delle tentatrici che, visibilmente sconcertata, ha provato a farlo ragionare. “Se facesse lei lo stesso con me? Non lo permetterei”, ha continuato Varriale per poi aggiungere: “Se lei vuole uscire con le amiche, io magari la faccio pure uscire però per il fatto che mi sia stato sottratto del tempo io gliela distruggo la serata”.
Sconvolgenti le frasi del concorrente nei confronti della sua fidanzata che rendono visibile un rapporto basato su controllo e gelosia. Le parole sono importanti e questo tipo di conversazione non può essere in nessun modo giustificata. Il comportamento devo essere condannato dagli spettatori, come giustamente è successo, ma anche della rete che ha deciso di mandarlo in onda senza troppi fronzoli.
Si è deciso di mandare in onda una violenza psicologica praticata dal concorrente e candidamente confessata ad un tentatrice visibilmente turbata. Purtroppo non è una realtà distante da quello che accade tutti i giorni a troppe donne che confondono l’amore per un mero desiderio di possedere la propria amata; confondono il rendere succube il proprio partner per gelosia e la gelosia per desiderio di controllo sulla vita altrui.
Lanciamo un appello e ci auguriamo che anche la rete Mediaset prenda le distanze da questo tipo di mentalità: possedere non significa amare, la gelosia non è sinonimo di bene. Tutte le ragazze, le donne, le mogli, le figlie che si sono riviste in Serena devono capire di vivere all’interno di una relazione malata. Non solo una schiaffo è sinonimo di violenza ma anche, e in certi casi sopratutto, cancellarsi dai social, niente palestra e niente amiche.
Il 5 e 6 dicembre a Salerno, presso la sede di via Clark della Camera…
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