24 Luglio 2019 - 10:00

Tensioni medio-orientali spingono in alto le quotazioni del greggio

greggio

Il prezzo del greggio è salito di circa l’1% in chiusura di settimana, dopo le forti perdite del giorno prima, con supporto ottenuto dalle crescenti tensioni tra gli Stati Uniti e l’Iran

E così, il greggio Brent si è attestato a 62,47 dollari al barile, 54 centesimi in più della sessione precedente, mentre il West Texas Intermediate è cresciuto di 33 centesimi per terminare la sessione a 55,63 dollari al barile. Tuttavia, il WTI risulta essere sceso del 7% durante la settimana e il Brent ha perso circa il 5,5% del suo valore nello stesso frangente, con le perdite più consistenti per entrambi i benchmark dalla fine di maggio.

I prezzi – per seguire e analizzare i quali vi consigliamo di consultare le guide sul trading petrolio che trovate su Trading Online Guida – hanno rimbalzato nell’ultima sessione dopo che le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno dichiarato di aver catturato una petroliera battente bandiera britannica nel proprio Golfo, come “risposta” al fatto che la Gran Bretagna ha sequestrato una nave iraniana all’inizio di questo mese, aumentando ulteriormente le tensioni lungo una rotta internazionale vitale per il business petrolifero.

Come se non bastasse, una seconda petroliera, la Mesdar, battente bandiera liberiana, ha virato bruscamente a nord verso la costa iraniana venerdì pomeriggio dopo aver attraversato verso ovest lo Stretto di Hormuz nel Golfo. “La nostra opinione del complesso ancora favorisce alcuni ampi scambi oscillanti in entrambe le direzioni, poiché i prezzi continuano ad essere sostenuti da una serie di correnti incrociate che includono un aumento delle tensioni tra Stati Uniti e Iran sul lato rialzista e la crescente domanda globale di petrolio sul lato ribassista“, ha affermato in una nota Jim Ritterbusch, analista ella Ritterbusch and Associates.

Quel che è certo è che gli episodi di venerdì hanno incrementato ulteriori rischi geopolitici nel mercato del petrolio, e che un alto funzionario dell’amministrazione Trump ha affermato che gli Stati Uniti distruggeranno tutti i droni iraniani che volano troppo vicino alle proprie navi. Il giorno prima, sempre dagli Stati Uniti è stata diffusa la voce secondo cui una nave della marina statunitense aveva “distrutto” un drone iraniano nello Stretto di Hormuz dopo che l’aereo aveva minacciato la nave, ma l’Iran ha risposto prontamente affermando di non avere alcuna informazione sulla perdita di un drone.

Ricordiamo infine che i prezzi sono stati sostenuti venerdì anche dalle indicazioni della Federal Reserve degli Stati Uniti, che dovrebbe tagliare i tassi di interesse in modo aggressivo per sostenere l’economia. Due funzionari di riferimento della banca federale statunitense hanno tuttavia sottolineato che la banca centrale potrebbe realizzare un taglio più ampio del previsto questo mese.

Insomma, come risulta ben evidente, i fattori che potrebbero influenzare l’andamento del petrolio sono davvero numerosi, e potrebbero farsi ancora più intensi nel corso delle prossime settimane, quando diverse questioni ancora aperte dovrebbero trovare una risoluzione o, quanto meno, un’evoluzione in grado di donare maggiore chiarezza allo scenario internazionale.