Terence Hill, all’anagrafe Mario Girotto, è nato il 29 marzo di 80 anni fa. Negli anni si è sempre distinto per la sua discretezza, odia la mondanità e anche per un traguardo come questo ha preferito restare lontano dai riflettori. Luca Bernabei, produttore ha detto: “È in America, lontano dal mondo, in uno di quei paesi immersi nella natura che gli piacciono tanto. Dico solo che gli inviamo le sceneggiature all’indirizzo di un ufficio postale”.
E così il bel cowboy, mito nelle scazzottate con Bud Spencer, è in realtà una persona schiva e garbata. Oggi Hill veste invece i panni di Don Matteo, prete buono che sa tutto e accoglie tutti, sempre pronto con una parolina di conforto. Bernabei a tal proposito ha aggiunto: “Lui è come Superman, direi che è caratterizzato da una ‘mitezza guerriera’, è un uomo mite molto determinato nelle cose che fa; nella sua vita applica una serie di regole che ha imparato in tanti anni nel mondo della comunicazione e non le trasgredisce mai. Non si vuole mai far vedere troppo malato o ferito; porta la tonaca come uno spolverino. E ogni volta che qualcuno chiede di fargli una foto risponde: ‘No, facciamoci la foto insieme’. Si sistema e via. Non accetta di diventare icona, si fa sempre immortalare con chi lo sta ritraendo. Gli vorrei augurare di continuare a essere quella meraviglia che è. Sui set dove c’è lui c’è sempre un clima calmo. Si mette da parte e aspetta di girare. Solo che fatichiamo a non fargli usare lo stuntman. Detesta non essere in scena: tutte le discese in bicicletta le fa lui”.
Alle spalle di questi 80 anni, che sembrano 60, Hill ha una lunga carriera di successi, dal cinema alla televisione. Nonostante la fama però non si è mai fatto travolgere molto: lavora e ha lavorato sempre nel massimo rispetto di tutto. Ha esordito nel film Vacanze col gangster di Dino Risi, poi nel 1967 è iniziato il sodalizio con Carlo Pedersoli che lo ha reso protagonista della serie di film di Lo Chiamavano Trinità. Con Bud Spencer è così iniziata una collaborazione che poi è diventata l’amicizia di una vita e insieme sono diventati il simbolo degli Spaghetti Western. “Amico indimenticabile, era la mia vera metà“, ha detto l’attore.
Nel 2016 con la morte di Spencer, un nuovo dolore si è aperto nel cuore di Hill e anche questa volta ha sofferto lontano da tutti. “Con Bud c’era la gioia e so già che quando ci rincontreremo le prime parole che mi dirà saranno: ‘Noi non abbiamo mai litigato!'”. Il dolore però non era la prima volta che bussava alla porta di Terence Hill: nel 1990 infatti ha perso il figlio Ross, 16anni, per un incidente stradale.
Nonostante ciò si è sempre contraddistinto sullo schermo, dando vita a personaggi sempre originali e modellati su se stesso. Per Don Matteo per esempio ha detto: “All’inizio avrebbe dovuto chiamarsi Don Teodoro ed era un prete un po’ tradizionale. L’ho voluto trasformare, lo dissi ai Bernabei: ‘Non mi sento Teodoro, che facciamo?’. Mi chiesero di trovare un nome. Mi piaceva Matteo, un nome forte. È atletico come mi sento io, perché limitarlo fisicamente? Perché doveva essere un prete striminzito curvo pentito? Ce ne sono tanti di sacerdoti energici”.
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