[dropcap]L[/dropcap]a narrazione in Sorrentino è un linguaggio denso di metafore e di allusioni culturali, sociali e politiche che inseriscono i personaggi in un vortice di eventi esterni che si completano in una prospettiva interiore. Sogni, visioni, camminate introspettive mettono a nudo il personaggio di The Young Pope, Serie Tv prodotta da Sky: il nuovo papa eletto dal conclave con il nome di Pio XIII. Successore della linea dei precedenti Pio XI e Pio XII, Jude Law interpreta un papa frutto dell’invenzione, ma che assorbe nei suoi spigolosi lineamenti comunicativi una storia di solitudine e continua ricerca dell’amore familiare, dimensione speculare per arrivare a comprendere, e a conoscere, l’amore di Dio.
Immerso nelle logiche dei cardinali, disgustato dai riti e dalle cerimoniose ostentazioni dello Stato della Chiesa, Pio XIII ne capovolge la struttura a suo “vantaggio”.
I cardinali sono dunque pronti a costruire una “strategia” di crollo di Pio XIII per riconquistare il sopravvento soffiato dal giovane papa. Il cardinale Angelo Voiello (Silvio Orlandi) e suor Mary (Diane Keaton) tentano di arginare il progetto del papa chiedendo aiuto al suo padre spirituale, il cardinale Michael Spencer (James Cromwell), per ricomporre la Chiesa che Pio XIII sta ricamando con fili nuovi su un tessuto obsoleto.
Il mistero in The Young Pope si dirama nei personaggi complessi, nei dialoghi che si contraddicono, nei riferimenti culturali ricchi e ricercati, nelle logiche interne tra stereotipi e originalità.
Una nuova donna ricopre il ruolo di protagonista tra i fili mossi dal giovane papa americano, ed è la devota Esther (Ludivine Sagnier), la moglie di una guardia svizzera, in conflitto tra la corrotta visione della Chiesa di Voiello e la sua profonda venerazione per l’autenticità del papa.
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Paolo Sorrentino, regista colto partenopeo, crea un effetto meraviglia quando ci mette in relazione con i suoi personaggi: sono inventati, ma riflettono una parte della realtà, si muovono come sculture nello spazio e come colori nei quadri, eppure sono personaggi cinematografici che vivono di verosimiglianza.
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[dropcap]T[/dropcap]ra sonorità sacre ed elettroniche, Paolo Sorrentino inserisce la musica in una funzione comunicativa, esprimendo un animo contraddittorio – che Jude Law nel ruolo di Pio XIII associa alla contraddizione della Trinità -, del protagonista che di volta in volta occupa l’ambiente cinematografico, che è tale quando emerge la visione della realtà tra dimostrazione e pensiero: una sorta di argomentazione filosofica che procede per immagini. La musica è la dimensione che contiene il movimento interno della storia. Non è un elemento “ornamentale”, o soltanto un’originalità di sceneggiatura, il rumore bianco della radio posizionata sul comodino del giovane papa, che ogni volta interrompe i suoi momenti di raccoglimento con Dio. Il mezzo di comunicazione assume quindi un valore ontologico preciso in The Young Pope.
Il brano di Nada, ‘Senza un perché‘, è un personaggio vero e proprio all’interno della Serie Tv, che occupa uno spazio fisico della scena (ponendo il mangiadischi di fronte al papa per l’ascolto), ma poi rimane nella memoria di Pio XIII a lungo, diventando una sorta di suggestione nella scena finale del quarto episodio.
Un testo elegiaco che racconta la solitudine di una donna che non riesce a comunicare se non attraverso il silenzio, se non nella contemplazione della sua immagine speculare mentre la vita scorre senza ‘un perché’, lasciando il nulla in assenza dell’unica ragione che non è lì, in quel momento.
La sigla è invece accompagnata da All along the watchtower di Jimi Hendrix: testo che può essere letto in chiave apocalittica, e si può sottolineare che l’apocalisse indica un cambiamento dei tempi, il compimento del tempo.
[divider style=”solid” top=”20″ bottom=”20″][dropcap]L[/dropcap]e ceramiche di Vietri, famose per la loro raffinata bellezza, che rendono omaggio alla tradizione campana dell’artigianato, sono menzionate dall’addetta al marketing e alla comunicazione dell’iconografia del nuovo papa, una giovane americana formatosi ad Harvard, scelte per una possibile manifattura da associare all’immagine di Pio XIII.
La sigla, presentata nel terzo e quarto episodio, mostra una serie di legami di Sorrentino (e della Serie Tv) con l’arte sacra, la musica e l’arte contemporanea.
Come una figura quasi cristologica, The Young Pope si rivolge ai telespettatori con un occhiolino che crea le condizioni per entrare in sintonia con il suo progetto, portando allo svelamento di ogni dialettica interna al sistema ribaltandone la struttura.
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