Top e flop 2017. I film visti al cinema da gennaio ad oggi
ZonMovie osserva da vicino i più importanti film visti in questa prima metà del 2017, dalle gradite sorprese (top) alle promesse mancate (flop)
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Siamo già a metà dell’anno solare ed è tempo di primi verdetti nel mondo della settima arte. Tra i film di qualità in questi primi sei mesi del 2017, tantissimi i prodotti di medio/basso livello. Ma, analizzando nel complesso tutto quello che ci è stato propinato dalle grandi case cinematografiche, soprattutto hollywoodiane, quali sono stati i top e i flop di questa prima tornata? ZonMovie vi offre la sua personalissima classifica di gradimento.
Flop Five
5 – Guardiani della Galassia Vol.2, regia di James Gunn
Dopo il primo spassoso episodio ci si aspettava, a dirla tutta, molto di più da questo sequel che diverte tanto (o forse troppo) ma che delude le attese proponendo una trama debole e ridimensionando fortemente i personaggi, trasformati in quasi ridicole figure comiche. (Qui la nostra recensione)
4 – Moonlight, regia di Barry Jenkins
Tre premi Oscar per Moonlight, tra cui miglior film, opera prima del regista Barry Jenkins. Osannato, acclamato, premiato, ma siamo sicuri che sia poi questo gran film? Il protagonista assoluto della pellicola, Chiron, che cresce in un degradato sobborgo di Miami, risulta bidimensionale e la trama che lo accompagna è piatta e senza nessun cambio di marcia o registro e, cosa ancora peggiore, non ha nessun messaggio da trasmettere allo spettatore. Solita ruffianata dell’Academy?
3 – Life – Non oltrepassare il limite, regia di Daniel Espinosa
Operetta scialba e priva di carattere quella di Espinosa, in piccola parte salvabile grazie all’ottimo cast a disposizione (Jake Gyllenhall, Ryan Reynolds). La brutta copia del primo Alien si rivela pura operazione mal riuscita di intrattenimento dotata di una sceneggiatura debole, momenti di tensione e colpi di scena poco credibili. Uno dei punti più bassi del genere sci-fi degli ultimi anni.
2 – Passengers, regia di Morten Tyldum
Il regista dell’ottimo The Imitation Game inciampa in un film sentimentale travestito da sci-fi. L’ambientazione stellare fa soltanto da calamita per attirare lo spettatore nella più classica e sdolcinata storia d’amore tra Chris Prat e Jennifer Lawrence. Il film parte bene ma il prosieguo è un continuo peggiorare in banalità e assurdità che distruggono l’illusione di realtà. Male, male!
1 – Alien: Covenant, regia di Ridley Scott
Al primo posto lo stimatissimo Ridley Scott, che con il sequel di Prometheus (secondo episodio prequel della saga Alien) aggiunge una brutta macchia al suo coraggioso curriculum. Durante il film è fortemente percepibile l’insicurezza del regista che abbandona a malincuore gli interessanti scenari costruiti in Prometheus per ritornare senza decisione all’universo Alien. Un film ibrido, senza identità, con personaggi scarsamente caratterizzati e quasi inutili ai fini degli sviluppi di trama. Ridley, provare a tornare indietro non fa mai bene! (Qui la nostra recensione)
Top Ten
10 – La cura dal benessere, regia di Gore Verbinski
Il genere thriller ci ha regalato questo gioiellino firmato Gore Verbinski. Atmosfere dark, una spa che sembra più un manicomio, misteri da svelare, insomma un mix perfetto. Il film parte ottimamente, complici una trama solida e una regia attenta ai particolari. Tutto diventa un po’ confuso con l’andare dei minuti ma il risultato è tutt’altro che insoddisfacente.
9 – Manchester by the Sea, regia di Kenneth Lonergan
Due Oscar al film di Lonergan, uno dei quali vinto da Casey Affleck come migliore attore protagonista. Affleck mostra una grande capacità di immedesimarsi nel personaggio di Lee Chandler, uomo dallo stato d’animo tormentato dal senso di colpa. Lonergan lavora in modo pregevole sui personaggi, ben caratterizzati e in grado di mostrare in modo efficace tutti quegli stati d’animo legati ai piccoli e grandi problemi della quotidianità. Una sottile ironia accompagna il film per tutta la sua durata al fine di alleggerire le atmosfere un po’ pesanti che si creano. Forse l’attenzione dello spettatore cala verso il finale ma il film rimane comunque uno dei migliori prodotti dell’anno.
8 – Lion – La strada verso casa, regia di Garth Davis
Sei candidature ma zero Oscar per questo film davvero sottovalutato. Migliore di altre pellicole premiate alla kermesse hollywoodiana? Senza dubbio. Ma se si parte dal assunto che molte volte non è la notte degli Oscar a definire la reale qualità di un film, allora si consiglia vivamente la visione di questa perla di Garth Davis, che vede un ottimo Dev Patel nei panni di un ragazzo in cerca delle proprie origini. Un film appassionante, credibile, sentimentale e che cattura lo spettatore portandolo a spasso per la caotica India.
7 – La La Land, regia di Damien Chazelle
L’acclamata opera di Damien Chazelle (vincitrice di sei statuette) ha stregato mezzo mondo. Sogno e malinconia sono i cardini del film di Chazelle che affida l’intera scena a Ryan Gosling ed Emma Stone, binomio perfetto quanto a recitazione e sintonia. La trama è semplice, prevedibile e non priva di banali cliché ma ad elevare la qualità del prodotto c’è la grande abilità registica di Chazelle che confeziona un’opera visivamente perfetta, dove realtà e immaginazione si fondono in una Los Angeles senza tempo.
6 – Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse, regia di Hugo Gélin
Un ottimo Omar Sy interpreta un personaggio (Samuel) dedito alla bella vita e troppo immaturo per avere certe responsabilità, quali, ad esempio, crescere una figlia. L’opera di Gélin è delicata, commovente, divertente, ben costruita, sa coinvolgere lo spettatore fino all’ultimo secondo di visione e non mancano temi che stimolano alla riflessione. La dramedy del regista francese merita assolutamente di essere guardata con trasporto e intelligenza. (Qui la nostra recensione)
5 – Allied – Un’ombra nascosta, regia di Robert Zemeckis
Il film di Zemeckis, con protagonisti uno scialbo Brad Pitt e una brillante Marion Cotillard, riesce a mettere insieme ritmo blando e tensione misurata, cosa che pochi registi riescono a fare. Allied è un’opera dove sospetto e amore si fondono continuamente e lottano tra loro prevalendo, a intervalli, l’uno sull’altro.
Apprezzabili alcune scene in profondità di campo che ampliano lo sguardo dello spettatore a cui è consentito curiosare alle spalle dei protagonisti e magari cercare qualcosa che possa far muovere un ulteriore passo verso la verità. Insomma, verità e menzogna si fondono continuamente in questa pellicola e costituiscono i due fattori che tengono incollati allo schermo lo spettatore. Non un capolavoro, ma comunque un grande film dalla trama solida e coinvolgente per il regista di Forest Gump.
4 – Logan – The Wolverine, regia di James Mangold
Mangold riesce ad immergere pienamente, per la prima volta, il supereroe di casa Marvel, Logan, nell’habitat a lui più congeniale, fatto di violenza e, oramai, di decadenza fisica e interiore. Mai visto un così struggente e cupo Hugh Jackman nei panni del mutante con lo scheletro di adamantio, personaggio a cui dice addio dopo ben 17 anni. La più bella sorpresa è sicuramente la piccola Dafne Keen, un misto di espressività e brutalità raramente visti in un attore di pari età. Logan – The Wolverine è sostanzialmente un’opera indipendente dai film Marvel visti finora, che viaggia sui binari dell’emotività e non su quelli, ben noti, della spettacolarità a tutti i costi. Il ritmo che Mangold dà alla sua opera è perfetto, fatto di momenti pacati, ma utili alla riflessione, e di combattimenti dal ritmo serrato e mai così visivamente violenti. Un ottimo lavoro!
3 – La battaglia di Hacksaw Ridge, regia di Mel Gibson
La pellicola del regista australiano (con 6 nomination agli Oscar e due statuette vinte) si nutre di classiche convenzioni rielaborate egregiamente e, come piace a Mel, della violenza più cruda. Il risultato non è per niente banale ed è forse qui che sta la grandezza di quest’opera, notevole nella sua efficace semplicità. Il coinvolgimento dello spettatore dura dall’inizio alla fine, senza pause, anche grazie ad un Andrew Garfield in gran spolvero. La pellicola comunica con lo spettatore e di rimando questo risponde con adeguato slancio emotivo. Unica pecca del prodotto è il finale ma ciò non toglie che si tratta di un film che vale davvero la pena vedere.
2 – Sette minuti dopo la Mezzanotte, regia di Juan Antonio Bayona
Passata stranamente sotto silenzio, l’ultima fatica di J.A. Bayona è senza dubbio uno dei prodotti migliori e più belli visti in questa prima metà dell’anno. La pellicola ha come protagonista un bambino (Lewis MacDougall), le sue sofferenze dal peso insostenibile e la fantasia a cui ricorre come luogo dove poter trovare conforto. La costruzione messa in piedi dal regista riesce a catturare lo spettatore, a spingerlo ad una riflessione intelligente e a farlo sprofondare in un intenso stato di empatia col piccolo e bravo protagonista. Sette minuti dopo la mezzanotte ti lascia dentro qualcosa di bello, solo per questo andrebbe visto e rivisto. (Qui la nostra recensione)
1 – Arrival, regia di Denis Villeneuve
Lo sci-fi di Denis Villeneuve riesce a mettere in mostra la migliore qualità che in questi anni il genere aveva smarrito: l’originalità. Il regista si serve del reiterato e maltrattato tema dell’ “invasione aliena” per raccontare tutt’altro. La figura di Louise Banks (un’eccellente Amy Adams) risulta fondamentale nello svolgersi dell’intreccio agendo da interlocutore tra umani e alieni utilizzando l’arma più potente a disposizione: il dialogo.
Villeneuve, già apprezzato enormemente in Prisoners, è abile nel creare la giusta atmosfera, la giusta musica, le giuste ambientazioni, la perfetta misurazione dei momenti lenti e tesi che ben si accordano ad un prodotto del genere. Arrival è una lodevole pellicola di fantascienza che non rinuncia al messaggio profondamente attuale e reale, e destinata a diventare, negli anni, un cult. Ne avevamo bisogno. Per noi il miglior film visto in questa prima parte di 2017.
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