Tredici: La Recensione della Seconda Stagione

Tutti gli episodi della seconda stagione di Tredici sono in streaming su Netflix. La recensione di Zon.it: il nuovo capitolo della serie di Jay Asher non sembra neppure un prodotto Netflix

La domanda e se vogliamo il timore più frequente che accompagnava l’attesa per la seconda stagione di Tredici riguardava il personaggio di Hannah e le sue implicazioni nella storyline: come sarebbe apparso il personaggio interpretato da Katherine Langford visto che alla fine della prima stagione la ragazza è morta?.

Hannah tra flashback e visioni

Già ci figuravamo scenari mortiferi e pieni di zombie, ma gli sceneggiatori hanno furbamente dribblato la nostra paura che il tutto potesse scadere in una versione serial di Twilight facendo apparire la Baker nei flashback dei racconti dei ragazzi della Liberty High che sono chiamati di volta in volta alla sbarra del processo intentato dai genitori della giovane suicida contro la scuola. Una soluzione certo elementare, ma forse l’unica percorribile. Di contro risultano infatti molto meno credibili le visioni di Clay (Dylan Minnette) che si lascia quasi guidare dalla versione “spettrale” di Hannah nella risoluzione di tutti i cliffhanger rimasti aperti con la fine del primo capitolo.

Alex e Jessica

Già la puntata di debutto di Tredici 2 risponde ad uno dei punti interrogativi lasciati dal finale della serie precedente: Alex è vivo. Il ragazzo non è dunque riuscito a portare a termine il suo intento suicida e per giunta non ricorda niente delle audiocassette registrate da Hannah prima di morire. Per fortuna, qualcuno decide di avere pietà di noi e gliele fa ascoltare per conto suo. D’altronde Tredici 2 si affida ad un altro medium portante: una serie di istantanee scattate con una polaroid con le quali qualcuno che per un certo numero di puntate agisce nell’ombra vuole portare Clay a scoprire una serie di misfatti, consumati nel così chiamato Club House, da un gruppo piramidale di bulli che ha al suo centro il giustamente vituperato Bryce, sul quale torneremo tra poco. Prima per completezza è giusto dire che ci sono due personaggi che più di tutti fanno i conti con le loro ferite interiori: Alex e Jessica. In particolare, il personaggio interpretato da Alisha Boe sembra acquisire in questa seconda stagione di Tredici la forza centripeta che nel capitolo precedente era di Hannah: da lei e dalla sua storia prenderanno le mosse quelle “trovate” senza le quali la trama risulterebbe appiattita e reiterata.

Bryce

Tra la prima e la seconda stagione del teen-drama tratto dal romanzo omonimo di Jay Asher, registriamo una differenza sostanziale nelle relazioni tra i personaggi. Nella prima Clay è solo contro tutti: i suoi compagni sono tutti potenziali nemici, perchè variamente implicati in ciò che è successo ad Hannah. Nella seconda, invece, è Bryce ad essere braccato, se non fosse per quelle due o tre figurine superficialmente caratterizzate che gli gravitano attorno. Forse solo un paio meritano la nostra attenzione, in particolare Chloe (la nuova fidanzata di Bryce) si rivelerà una mina vagante.

Analisi Formale

Dal punto di vista formale Tredici, non mostra particolari guizzi. Tutto si riduce ad un uso spasmodico del flashback. Da segnalare una spruzzatina di animazione nella 2×07 e la carrellata di tutte le protagoniste femminili che nell’ultimo episodio si schierano apertamente contro la violenza di genere, raccontando ognuna la propria esperienza dal banco dei testimoni.

Da grandi assenze ad urticanti presenze

La seconda differenza sostanziale tra la prima e la seconda stagione, riguarda l’apporto degli adulti, in questa seconda parte decisamente più presenti. La serie apre uno squarcio su diversi tipi di genitorialità: da quella apprensiva a quella completamente assente, che pensa di poter colmare i vuoti che lascia affidandosi al potere fascinatorio del possesso. Così il figlio si trova a credere di poter avere tutto senza chiedere, e scambia il rifiuto per il lasciapassare della prepotenza e della sopraffazione.

Tredici 3: si o no?

Katherine Langford ha recentemente dichiarato che qualora la serie dovesse continuare, lei non ci sarà. Cosa ne penso io?. Sono stato combattuto: se fino ad un certo punto pensavo potesse esserci un margine per continuare la storia (anche rivolgendo lo sguardo della macchina da presa verso un altro personaggio), adesso credo che no, una nuova stagione è da evitare. Sebbene il finale metta in tavola almeno tre punti interrogativi, disseminati dal meno al più esplosivo, penso che nessuno di questi avrebbe la forza di tenere un ulteriore capitolo.
Riccardo Manfredelli

Lucano, laureato presso l'Università degli Studi di Salerno. Giornalista pubblicista dal 10 Agosto 2020; Mi piace più ascoltare che parlare, più fare che mostrare. Nutro una passione smodata per tutto ciò che è Pop, per tutto ciò che è spettacolo. Su Zon.it scrivo principalmente di Cinema e Tv.

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