Dopo le elezioni europee del 26 Maggio, Giovanni Tria potrebbe non essere più il Ministro dell’Economia del Governo italiano.
Di Maio, infatti, sarebbe tacitamente pronto ad un rimpasto che vedrebbe il numero uno del Tesoro in cima alla lista dei sacrificabili: con lui, Giulia Grillo alla Sanità e Bonisoli ai Beni Culturali.
Dubbi anche su Toninelli alle Infrastrutture, sulle quali però Di Maio preferirebbe optare per una soluzione interna al Movimento, non intendendo cedere in alcun modo le Infrastrutture all’alleato Salvini.
Pubblicamente Di Maio continua a tranquillizzare Tria, ma sappiamo benissimo che la querelle legata ai rimborsi per i truffati dalle banche potrebbe diventare presto la goccia che fa traboccare il vaso e cadere il Ministro della poltrona.
I leghisti per parte loro, sebbene Tria non fosse la loro prima scelta all’Economia (ricordate il veto posto su Paolo Savona?) continuano a spalleggiarlo dietro le quinte: vuoi perchè le norme così scritte ci porterebbero dritti alle sanzioni europee, vuoi perchè il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non vede, al momento, alternative a Tria.
Chiunque andrà al Tesoro dopo il 26 Maggio avrà subito una prova del fuoco da superare: trovare 23 miliardi per il provvedimento abbatti-Iva. E le patate bollenti non sono mai piaciute a nessuno.
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