22 Febbraio 2021 - 17:41

Tribes of Europa: da che parte stare quando ogni parte è sbagliata?

Tribes of Europa

Dai creatori di Dark arriva su Netflix Tribes of Europa. Tra luci ed ombre il segno lasciato nell’animo dello spettatore è indelebile

Non è facile presentarsi al grande pubblico quando a precederti è un mostro sacro come Dark. Tribes of Europa è un prodotto unico ed irriverente e, se le premesse sono quelle della prima stagione, è più che lecito aspettarsi grandi cose in futuro.

Trama

“Nel 2029, un misterioso blackout mondiale portò a decenni di caos e anarchia. I vecchi paesi scomparvero. Emersero numerosi micro-stati con proprie credenze e identità culturali. Sono le Tribù.”

L’incipit di Tribes of Europa lascia poco spazio all’immaginazione e catapulta immediatamente lo spettatore in un mondo duro e in rovina. I protagonisti sono tre fratelli: Liv, Kiano ed Elja. La loro vita viene sconvolta quando assistono ad un disastro aereo in cui vedono precipitare una strana macchina volante atlantidea. Il tentativo di soccorrere il pilota è vano e il forestiero perde la vita non prima di aver donato ad Elja, il più piccolo dei tre, un misterioso cubo nero, preannunciando la fine del mondo e implorandolo di consegnarlo all’Arca (luogo da cui gli atlantidei provengono).

Questo avvenimento sconvolge le vite dei tre, poiché pochi istanti dopo il loro villaggio viene attaccato da un’altra Tribù, i Corvi capitanati dalla temibile Lord Varvara, la quale è alla ricerca proprio del cubo e della tecnologia atlantidea per compiacere Lord Yvar, suo superiore. I tre protagonisti quindi sono costretti a dividersi ed affrontare numerose peripezie nella speranza di riuscire ad incontrarsi nuovamente in futuro.

Scenografia

Tribes of Europa è un prodotto che non bada a spese. La scenografia è credibilissima ed estremamente cruda. Numerosi sono i riferimenti al genere cyberpunk (in particolare nelle scene riservate al percorso di Kiano) ed al post-apocalittico. Il costumista Thomas Oláh si rende protagonista di un lavoro incredibile e ciò che ne viene fori è un prodotto di enorme valore: ogni personaggio ha una personalità ed un carisma di assoluto livello (menzione speciale al magistrale Sebastian Blomberg nei panni del tanto terrificante quanto eccentrico Lord Yvar).

Tribes of Europa: serie credibile ma non incredibile?

I richiami alla sorella maggiore Dark sono impossibili da evitare, ma nel complesso Tribes of Europa si difende egregiamente, seppur prestando il fianco a qualche scivolone di troppo.
Alcuni personaggi, in un primo momento carismatici e molto credibili, si riducono, a lungo andare, a delle misere caricature di loro stessi. Temi triti e ritriti risultano talvolta stucchevoli e ridondanti e lo sviluppo psicologico si può facilmente riscontrare soltanto nei protagonisti della storia, lasciando ai margini la caratterizzazione di numerose figure interessanti come il contrabbandiere Moses interpretato dal già noto Oliver Masucci (Ulrich Nielsen in Dark).

Conclusioni

Tirando le somme il prodotto è nel complesso molto godibile, purché si riesca a mettere da parte gli scomodi paragoni con un prodotto di assoluto livello quale è Dark. La caratterizzazione psicologica delle varie Tribù lascia molto spazio all’immedesimazione dello spettatore, mostrando lati di umanità talvolta poco considerati.
In attesa della seconda stagione, il mio voto è: 3,5/5.