Attualità

Tricopigmentazione: la nuova tecnica di infoltimento dei capelli

La tricopigmentazione è una tecnica che simula il pigmento donando l’effetto densità, effetto rasatura o effetto cover e che si sta diffondendo sempre più garantendo risultati molto interessanti; non esitiamo, dunque, e scopriamo cosa la contraddistingue.

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In cosa consiste la tricopigmentazione

Iniziamo col dire che la tricopigmentazione non è un trapianto di capelli: con un intervento di questo tipo, infatti, il numero di capelli del paziente non viene modificato, tuttavia si ottiene un risultato estetico che simula, se si desidera una densita’ maggiore, un rinfoltimento.

Nella tricopigmentazione si agisce a livello dermico superficiale, sul cuoio capelluto inoculando dei pigmenti biocompatibili che hanno la funzione di rendere la capigliatura apparentemente più folta, o anche di simularne la presenza, nel caso in cui il paziente sia completamente calvo.

Le tipologie di tricopigmentazione in relazione al tipo di pigmenti utilizzati

Si possono distinguere due diverse tipologie di tricopigmentazione: quella reversibile e quella permanente.

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La tricopigmentazione reversibile si basa sull’utilizzo di pigmenti bioassorbibili, di conseguenza il risultato non è definitivo e va rafforzato ad un anno circa secondo indicazioni dello specialista; nell’altra tipologia, invece, il risultato è permanente.

Come si può leggere nella pagina dedicata alla tricopigmentazione del centro medico specializzato Tricomedit Group, tuttavia, la soluzione consigliata è quella reversibile, in quanto col passare del tempo la morfologia del paziente potrebbe modificarsi: una dermopigmentazione permanente che si presenta come impeccabile nell’immediato, ad esempio, potrebbe divenire innaturale se i capelli del paziente dovessero ingrigirsi o imbiancarsi.

Le tipologie di tricopigmentazione in relazione al tipo di risultati ottenibili

Ma che tipo di risultati si possono ottenere con la tricopigmentazione? O meglio, in quali casi la tricopigmentazione può rivelarsi una soluzione ottimale?

Da questo punto di vista è possibile distinguere 3 diverse casistiche, che andiamo subito a presentare nel dettaglio.

Effetto rasato

Il cosiddetto effetto rasato è probabilmente la tipologia di tricopigmentazione più diffusa, o comunque quella più conosciuta.

Solitamente si avvicinano a questa tipologia persone calve o che hanno gia’ un effetto rasato ma con problemi di diradamento; grazie al rilascio di appositi pigmenti è possibile ricreare sul cuoio capelluto un effetto visivo analogo a quello offerto da una capigliatura con effetto rasato.

Effetto densità

Questo tipo di tricopigmentazione, a differenza di quella che consente di ottenere un effetto rasato, non si rivolge a persone calve, bensì a pazienti che hanno dei capelli diradati.

L’applicazione dei pigmenti, pur non alterando il reale numero di capelli, fa in modo che la capigliatura sembri più folta.

Effetto cover

L’effetto cover viene utilizzato per coprire cicatrici presenti sul cuoio capelluto, dunque è un tipo di tricopigmentazione mirato a porre rimedio ad inestetismi localizzati specifici.

È utile sottolineare che questa soluzione può riguardare anche le cicatrici dovute ad interventi di autotrapianto, dunque può andare ad integrare il risultato ottenuto tramite tecniche di questo tipo, perfezionandolo e rendendolo più naturale.

L’importanza di rivolgersi esclusivamente a centri specializzati

È questo, dunque, ciò che è utile sapere sulla tricopigmentazione, una soluzione che sa garantire risultati estetici a fronte di interventi rapidi e non invasivi.

Affinché l’intervento dello specialista  offra risultati apprezzabili, ovviamente, è fondamentale che sia eseguito presso centri specializzati: la qualità dei pigmenti utilizzati, l’avanguardia delle attrezzature e l’esperienza dei professionisti sono gli elementi indispensabili affinché il paziente possa dirsi pienamente soddisfatto.

Redazione ZON

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