Trump non ci sta a essere bacchettato e a questo eravamo abituati, ma che oggi il presidente degli Stati Uniti voglia intentare una causa contro i social network è davvero una novità. Chi sta facendo arrabbiare il plurimiliardario tanto da far emanare un ordine esecutivo vigente dal 1996? Twitter, il terzo social più famoso, scaricato e cliccato del mondo. Ma procediamo con gradi e cerchiamo di capire come si è arrivati a questo punto.
Innanzitutto è bene ricordare la legge 230 del Communications Decency Act che protegge e tutela i siti di social network. La legge, entrata in vigore agli albori dell’era di Interne, nel 1996, tutela le piattaforme non ritenendole responsabili dei contenuti pubblicati sulle proprie piattaforme. Cosa significa? Significa che i social network non sono considerati come i giornali e dunque se la persona X scrive sulla propria pagina contenuti offensivi, minatori, o palesemente falsi e fuorvianti i social network non sono ritenuti responsabili.
Twitter ma come anche Facebook e gli altri big dell’informatica sono anni che lavorano ad una strategia per cercare di non diffondere le tante blasonate fake news, nuovo male del secolo. Come lo fanno? Una notizia falsa – ma proprio su questo punto che nascono le incomprensioni, chi e come si decide che una notizia sia falsa? – è segnalata dai social network. Non viene oscurata ma l’utente che si imbatte nella notizia bollata come falsa è invitato ad informarsi meglio al riguardo.
La decisione di Trump di modificare arriva un giorno dopo che Twitter aveva segnalato un suo tweet come fuorviante: senza cancellarlo, ma aggiungendo in coda un link per apprendere i fatti. È stata la prima volta che Twitter ha preso un provvedimento del genere, dopo che per anni esperti e osservatori avevano criticato il fatto che non avesse un protocollo per occuparsi delle notizie false o fuorvianti pubblicate da personaggi con milioni di follower. La decisione fortemente contestata da Trump, che già in passato aveva accusato Twitter di volere interferire con la campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2020, che ha quindi annunciato che avrebbe presto preso provvedimenti contro il social network.
E i provvedimenti annunciati da Trump non sono tardati ad arrivare. La decisione è presa. Trump ha firmato l’ordine esecutivo e chiede che il Dipartimento del Commercio proponga una modifica della legge alla Federal Communications Commission (FCC). La FCC – organo indipendente dal governo composta da tre Repubblicani e due Democratici – dovrà decidere se modificare, abrogare o lasciare intatta la sezione. In poche parole dovranno chiedersi se considerare i social network al pari dei giornali e di altri contenuti editoriali. In particolare, si chiede alla FCC di giudicare se i social network possano perdere le tutele concesse dalla Sezione 230 nel caso in cui rimuovano o blocchino contenuti “in malafede”. La decisione di Trump non avrà quindi conseguenze immediate e potrebbe non averne del tutto, se la FCC non dovesse decidere di conseguenza.
Dunque bisognerà attendere la decisione del congresso e anche se la modifica della legge sembra lontana dall’essere attuata ciò non significa che la faccenda sarà chiusa. L’interrogativo resta: se i social network si arrogano il diritto di diventare il mezzo per eccellenza del via vai di informazioni è giusto intervenire o è lecito lasciare decidere agli utenti cosa sia vero e cosa no?
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