Lo scorso 11 Maggio Twitter ha introdotto la nuova funzione del fact-checking per contrastare la diffusione di fake news sulla rete e per evitare ogni manipolazione o intromissione nelle elezioni o in altri processi civici. A sei mesi dalle presidenziali Usa anche Trump è stato “sbugiardato” dal social in 180 caratteri sulla effettiva fattibilità del voto per posta.
Se infatti, il tycoon sostiene che non ci sia alcuna prova che il voto per posta possa portare ad una qualche manipolazione delle elezioni, Twitter – appellandosi a fonti quali Cnn e Washington Post- bolla come inattendibile asserzioni del Presidente Usa, asserendo che sì, il voto per posta potrebbe falsare la consultazione elettorale.
Allo smacco da parte di quello che, almeno fino a ieri, era il suo social preferito, Trump risponde così: “Twitter sta interferendo con le elezioni presidenziali del 2020 (…) Sta completamente sopprimendo la libertà di parola ed io, come presidente, non permetterò che accada“.
E’ la prima volta che le parole di un Presidente vengono passate al setaccio in maniera così certosina: questo passo ha dello storico poichè ci dimostra, ancora una volta, la differenza sostanziale tra fatti e notizie, opinioni e prove circostanziali.
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