15 Febbraio 2022 - 16:46

Ucraina, l’Europa trema: cosa può succedere con la Russia

Putin Russia Ucraina

La crisi in Ucraina, in realtà, dura da tantissimi anni. Ecco come ci si è arrivati e quali potranno essere gli scenari con la Russia

Non è una guerra che è cominciata ora. Purtroppo, la crisi in Ucraina ha, invece, delle radici molto più antiche e solide che durano ormai da tantissimi anni. Tantissimi anni che hanno apparecchiato oltre 13mila vittime (numero stimato), 1,5 milioni quello degli sfollati interni, che potrebbero presto diventare profughi in fuga verso i Paesi europei, Italia compresa. Per quanto se ne sia parlato poco prima di questi ultimi giorni, la crisi non è nuova. Per questo l’Europa trema, proprio in virtù dei rapporti con la Russia.

Una rottura che rappresenta una scissione di un ingranaggio geopolitico molto più antiquato e consolidato, ma soprattutto più complesso. Un ingranaggio che finora, però, non aveva subito mai nessun tipo di spaccatura. Ma, a conti fatti, che cos’è successo e cosa sta succedendo in Ucraina? Andiamo ad indagare meglio.

La guerra in Ucraina è scoppiata nel 2014, e nonostante una situazione di relativo stallo, bombardamenti lungo il confine, “esercitazioni” militari e violenze si verificano regolarmente.

L’ultima escalation di terrore è iniziata nella primavera del 2021. Nell’ottobre dello scorso anno la Russia ha iniziato a mobilitare truppe ed equipaggiamento militare vicino al confine con l’Ucraina, riaccendendo le preoccupazioni per una potenziale invasione. Ma vediamo di fare un passo indietro e di capire come siamo arrivati a oggi.

Ucraina: quando è scoppiata la crisi e perché

Da quando ha ottenuto l’indipendenza dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica nel 1991, l’Ucraina ha perso la sua identità russa e ha stretto profondi legami con l’Occidente.

La crisi in Ucraina è iniziata, di fatto, con le proteste nella capitale Kiev nel novembre 2013. La decisione del presidente ucraino Viktor Yanukovich di rifiutare un accordo con l’Unione Europea è stata fatale. Ci fu una violenta repressione da parte delle forze di sicurezza dello Stato. Questo ha attirato involontariamente un numero ancora maggiore di manifestanti e intensificato il conflitto. Il presidente Yanukovich è riuscito a fuggire dal Paese nel Febbraio 2014.

Un mese dopo, le truppe russe hanno preso il controllo della regione ucraina della Crimea. Poi hanno annesso formalmente la penisola dopo che la regione aveva votato per aderire alla Federazione Russa in un referendum locale molto controverso. Il presidente russo Vladimir Putin ha detto subito che avrebbe protetto i diritti dei cittadini russi e di lingua russa in Crimea e nel sud-est dell’Ucraina.

La crisi ha acuito le divisioni etniche. Due mesi dopo i separatisti filo-russi nelle regioni di Donetsk e Luhansk dell’Ucraina orientale hanno tenuto un referendum per dichiarare l’indipendenza dall’Ucraina.

Come riportato in un’analisi del Council on Foreign Relations, si stima che la violenza nell’Ucraina orientale tra le forze separatiste sostenute dalla Russia e l’esercito ucraino abbia ucciso più di 10.300 persone e ne abbia ferite quasi 24mila dall’aprile 2014.

Dal 2015, quindi, Francia, Germania, Russia e Ucraina hanno tentato di mediare la cessazione della violenza attraverso gli Accordi di Minsk. Ma la diplomazia non ha raccolto nessun risultato degno di nota.

Le novità del 2021

E qui si arriva al passato recente. A dicembre, più di 100mila soldati erano dispiegati vicino al confine con la Russia. Le immagini satellitari hanno mostrato il più grande dispiegamento di truppe russe al confine con la Bielorussia dalla fine della Guerra Fredda. Gli USA, dalla loro, hanno pompato la campagna mediatica affermando che la Russia avrebbe potuto pianificare un’invasione dell’Ucraina a inizio 2022.

All’inizio di febbraio, Biden ha dispiegato 3mila soldati statunitensi nei Paesi confinanti della NATO, Polonia e Romania. L’amministrazione Biden ha affermato che il dispiegamento è temporaneo e che le truppe statunitensi non entreranno in Ucraina. Anche se Putin ha detto di essere disposto al dialogo, Kiev sostiene di essere stata avvisata di un attacco in programma mercoledì 16 Febbraio.

Cosa potrebbe succedere adesso?

Il conflitto in Ucraina rischia un ulteriore deterioramento delle relazioni USA-Russia e un’escalation potenzialmente dirompente se la Russia espandesse la sua presenza in Ucraina o nei paesi della NATO. Ovvio che un intervento di Vladimir Putin in Ucraina o in un qualunque Paese della NATO farebbe scattare una reazione durissima da parte americana/occidentale.

Al di là di chi riecheggia la Guerra Fredda, il conflitto in Ucraina ha smascherato ulteriormente le tensioni tra Russia e Europa, complicando le prospettive di cooperazione su altri fronti, come sul terrorismo. Di questo, sicuro non beneficerà nemmeno la situazione in Siria, che ora non si capisce per bene come evolverà. Sicuramente, molto dipenderà anche dal ruolo degli USA in questa “partita”. Se la Russia dovesse davvero invadere l’Ucraina, il costo economico sarebbe gravissimo e quello umanitario devastante.

A questo punto, si potrebbe anche parlare di una possibile Terza Guerra Mondiale in fase embrionale. Non è da escludere. A conti fatti, però, la soluzione meno mediaticamente d’effetto e più consona a tutti gli Stati sarebbe un punto d’accordo tra i due estremi. La domanda a questo punto è se esista una via d’uscita diplomatica, pacifica e duratura.

L’Occidente potrebbe convincere Putin a fare marcia indietro consentendogli una vittoria diplomatica. Così come NATO e Russia potrebbero negoziare un nuovo accordo sulla sicurezza, o rilanciare gli accordi di Minsk. La cosa più probabile, però, attualmente, è che l’attuale confronto si protragga, ma diminuisca di intensità nel tempo.

La Russia potrebbe lentamente ritirare le sue truppe, ma continuando a sostenere le forze ribelli nel Donbas. E nel frattempo, la politica e l’economia dell’Ucraina continuerebbero a essere sottoposte al gioco russo. A sua volta, l’Occidente manterrebbe una presenza NATO in Europa orientale.