Dopo quasi tre mesi di conflitti ininterrotti in Ucraina, sono anche i numeri a far rimanere impietriti. Sono passati esattamente 85 giorni dall’inizio dell’invasione della Russia sul territorio ucraino. 85 giorni in cui a perdere la vita sarebbero stati 231 bambini. 230 anime innocenti morte sotto i bombardamenti di una Paese “amico” che non ha mai frenato la sua sete di distruzione. Morti che ci eravamo ripromessi di non dover più piangere premessa, come nostro solito, non mantenuta.
A comunicare il numero esatto è stato l’ufficio del procuratore generale di Kiev. Il maggior numero di vittime tra i bambini si registra nelle regioni di Donetsk, Kiev, Kharkiv, Chernihiv, Kherson, Lugansk e Mykolaiv. Mercoledì si è appreso della morte di una ragazza di 17 anni nella città di Polohy, nella regione di Zaporizhzhia, in seguito ai bombardamenti russi su edifici civili. Due giorni fa sull’autostrada nella zona di Mykolaiv 8 persone, tra cui una bambina di 5 anni, sono decedute a causa dell’esplosione di una mina.
Ogni sorta di guerra, si sa, porta con se un prezzo incalcolabile di vite umane. Numeri che crescono di giorno in giorno e solo un cessate il fuoco potrebbe fermare questa mattanza da entrambi gli schieramenti. Secondo Kiev, infatti, “i soldati russi abbattuti sarebbe almeno 28.500” un prezzo che Mosca (forse) non si aspettava di dover pagare. L’esercito ucraino, inoltre, ha reso noto di aver abbattuto 203 caccia, 167 elicotteri e 455 droni abbattuti. In più va aggiunto un numero imprecisato di corazzati.
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