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Non si fermano di certo i tumulti negli USA. Dopo la morte di George Floyd, infatti, sembra che l’America si sia definitivamente svegliata da un torpore che l’aveva contraddistinta per anni. Questo è un segnale incontrovertibile che la leadership di Donald Trump trema eccome. Infatti, proprio davanti alla Casa Bianca, la scorsa notte si sono avuti attimi di confusione e paura. Alcuni manifestanti hanno cercato di abbattere la statua di Andrew Jackson, il presidente americano responsabile del cosiddetto “sentiero delle lacrime” (la deportazione forzata dei nativi americani dalle loro terre).
Inutile dire di come Jackson sia un idolo assoluto per l’attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. L’intervento delle forze dell’ordine è stato immediato. Per cercare di calmare gli animi, la polizia ha usato spray al peperoncino contro i 150-200 manifestanti presenti e ha formato un cordone per proteggere la statua e la Casa Bianca. La statua di Jackson si trova a Lafayette Square, nei pressi dell’edificio presidenziale, da cui il Secret Service ha fatto uscire tutti i giornalisti. Cantando “Hey, Hey, Ho, Ho, Andrew Jackson’s got to go” (deve andarsene) i manifestanti hanno legato la statua con delle corde con l’obiettivo di abbatterla.
Un gesto sicuramente “d’effetto”, forte, che acuisce ulteriormente le tensioni tra il popolo americano e quello che ormai sembra quasi un ex presidente in pectore. Insomma, non è sicuramente il periodo migliore per la destra americana.
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