Virginia Woolf, 136 anni fa nasce una delle icone femministe della letteratura
Virginia Woolf, 136 anni fa nasceva l’autrice di “Una stanza tutta per sé”, nonché una delle più importanti icone femministe nella storia della letteratura
Virgina Woolf nasce 136 anni fa. Il calcolo è matematicamente esatto ed è proprio oggi che la scrittrice compie il suo centotrentaseiesimo anno d’età. Una vita più che longeva, quella di una delle più famose icone femministe della letteratura, sopratutto se si pensa a quella “stanza tutta per sé” che all’autrice sembrava l’unico angusto spazio per dare una voce al mondo femminile. E’ vero, nella storia della letteratura sono tantissime, forse troppe, le donne di cui non siamo a conoscenza. Alcune di loro hanno lasciato una traccia profonda su quelle che sono state le diverse tendenze giunte fino a noi e purtroppo per parlarne bisognerebbe formulare un articolo completamente diverso, che molto si allontana dall’omaggio alla scrittrice britannica.
Virginia Woolf è però una di quelle che è sopravvissuta al forzato oblio al quale molte altre sue colleghe sono state costrette dai libri scolastici. Ella è infatti considerata una delle figure più influenti della letteratura del Novecento. Il suo nome di battesimo è Adeline Virginia Stephen, ed era figlia di un famoso critico, filosofo e alpinista britannico. Sua madre era invece donna nata in India e diventata poi modella per diversi pittori in Inghilterra. Entrambi i suoi genitori erano stati sposati ed erano poi rimasti vedovi. Già da piccola conobbe alcuni importanti scrittori che frequentavano la sua casa, fra cui Henry James e Thomas Eliot. Ella però non studiò mai in un istituto, ma frequentò lezioni private in casa: già da allora, Virginia comincia a sentir stretta l’idea dell’ambiente domestico come unico luogo in cui poter far vivere il suo mondo.
Nel 1895, la Woolf perse la madre e nei sei anni successivi dovette affrontare anche la morte del padre e di una delle sue sorellastre. Questi lutti, insieme al dramma degli abusi sessuali subiti da due fratellastri, furono causa delle sue crisi nervose. Dopo la morte dei genitori, l’autrice si trasferisce nel quartiere Londinese di Bloomsbury. Nel 1905 cominciò a scrivere per il Supplemento Letterario del Times. Fu però nel 1915 che pubblicò il suo primo romanzo, La crociera, in cui Rachel Vinrace si imbarca per il Sud America sulla nave di suo padre e inizia un percorso di scoperta di sé in un viaggio mitico moderno. E’ qui che viene introdotta Clarissa Dalloway, il personaggio centrale del romanzo, La signora Dalloway, pubblicato nel 1925.
L’autrice britannica non ha però mai voluto essere soltanto osservatrice della società in cui viveva, nonostante la sua condizione la costringesse a guardare la vita dalla finestra. Si avvicina infatti al nascente movimento femminista e delle suffragette, donne che si batterono per l’emancipazione, in particolare per il diritto di voto. Virginia Woolf è infatti ricordata anche per il suo impegno attivo in un movimento rivoluzionario e per l’inclusione dei suoi ideali anche in molte delle sue opere letterarie. La scrittrice è infatti stata oggetto di grandi studi e analisi nel corso degli anni Settanta, durante il cosiddetto femminismo di seconda ondata.
Gli anni venti furono gli anni più importanti per la sua arte letteraria: fu infatti in questo frangente che l’autrice sperimentò l’uso del flusso di coscienza. Di quegli anni è infatti anche il suo saggio più conosciuto, “Una stanza tutta per sé”, sulla storia letteraria della donna. Nel 1941 decise di uccidersi riempendo le proprie tasche di sassi e annegandosi nel fiume Ouse
Recensione di “Una stanza tutta per sé”
Virginia Woolf non è solo “Una stanza tutta per sé”, e questo purtroppo non è scontato. Bisogna ricordarlo, anche se il saggio racchiude in sé tutto il talento introspettivo e l’intelligenza di quest’autrice. Si parte da una semplice domanda: “perché gli uomini possono cimentarsi con maestria nel mondo dell’arte e della letteratura e le donne ne sono esonerate o sono ritenute incapaci?”. Da qui inizia la riflessione che guida il lettore in un’analisi dettagliata del contesto sociale e della sua evoluzione, senza tralasciare cultura e denaro. La Woolf analizza quindi i grandi autori del tempo e sulle grandi scrittrici che si sono sapute imporre, cambiando così il corso della storia letteraria (anche quando molte di queste sono state volutamente cancellate dal racconto ufficiale dei fatti).
Virginia conclude l’opera con un appello alle scrittrici e in generale alle donne di oggi e domani. Chiede loro di essere curiose ed intraprendenti e di non dare per scontato ciò che è stato faticosamente guadagnato.
Il doodle di Google
In occasione dei suoi 136 anni, Google ha dedicato all’autrice un doodle, ossia un’animazione che sostituisce il logo del motore di ricerca.
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